Visto dal critico

ALESSANDRO D'Alatri continua a guardarsi attorno nel nostro quotidiano. Con i suoi vezzi e i suoi vizi. Da mettersi, qualcuno, anche in caricatura secondo gli schemi più simpatici della nostra commedia all'italiana. Il suo protagonista, questa volta, è un parlamentare con una bella moglie, dei figli bambini e una bellissima amante cui sta facendo far strada in televisione. La sua parte politica, però, l'ha incaricato di predisporre una legge sulla famiglia, così quel suo rapporto extraconiugale rischierebbe di provocargli uno scandalo, con gravi conseguenze. Per ovviarvi, ricorre al suo fidatissimo autista, sposato a una moglie depressa e con figli già grandicelli, chiedendogli di assumere lui, in occasione di un suo prudente viaggio all'estero con famiglia, la responsabilità, naturalmente solo apparente, di quella relazione adulterina. Ne nasceranno comunque complicazioni tali che, per porvi qualche riparo, ma non tutte, toccherà sudare sette camicie. La caricatura, appunto. Della televisione, della politica, dei rapporti familiari ed anche di molti personaggi di contorno evocati spesso con sberleffi e giochini vivaci, pur tenendosi, fin dal principio, ai toni e al gusto di una commedia leggera che, per divertire, si affida soprattutto alle sue situazioni via via quasi paradossali e, com'è chiaro, al disegno sempre molto ben colorito dei personaggi. Intanto il protagonista, quel parlamentare votato all'ipocrisia fino al cinismo, poi il suo dirimpettaio, quell'autista pronto sempre a obbedirgli ma presto coinvolto in quel rapporto all'inizio solo di facciata con l'amante dell'altro, da rischiare di veder distrutta la propria famiglia: con la moglie, per la disperazione, ricoverata addirittura in ospedale. Attorno, però, anche altre figure occasioni salde di spasso, un cuoco erotomane (con una beffa a Parigi della "nouvelle cuisine"), la moglie del parlamentare preda a sua volta di una passione adulterina, degli agenti di attori con tutte le mascherature del caso, un ambiente di chiesa in cui il parlamentare troverà inutile rifugio... Svolto sempre con ritmi fluidi, immagini eleganti e un contorno di musiche pronte ad ammiccare (si ascoltino, di sfuggita, i Carmina Burana...). E con il sostegno, ovviamente, di interpreti di fama, in grado di dare in ogni momento il loro meglio. Da Paolo Bonolis protagonista che, portato al cinema da D'Alatri come già vi aveva portato Fabio Volo in "Casomai" e ne "La febbre", imita, nella sua comicità, perfino Alberto Sordi, a Sergio Rubini, un deuteroagonista sottile, sfumato, intensissimo. La moglie depressa non sempre al suo fianco è Margherita Buy, la moglie del parlamentare è, con calda dignità Stefania Rocca. L'amante, frizzante e seducente, è l'esordiente Elena Santarelli. Regalata al cinema, con successo, dalla televisione.