Visto dal critico

I FRATELLI Vanzina, Carlo regista, Enrico sceneggiatore, tornano a quel "filone vacanze" che aveva dato loro molte soddisfazioni fra gli Ottanta e i Novanta, specialmente quando vi avevano posto in mezzo l'accento sulle "vacanze di Natale" con due film così intitolati, nell'83 e nel 2000. Oggi, accantonato il Natale, privilegiano l'estate con una vacanza collettiva di una scolaresca uscita da un liceo milanese per una gita turistica in Spagna. La guida (e poco la sorveglia) un insegnante di matematica cui spetta di diritto, come nome, Archimede, cui si aggiunge presto, per un contrattempo, un insegnante di lettere soprannominato Sasà. Sono due tipi quasi opposti: Archimede, milanese, è timido, sprovveduto, ingenuo e impacciato, con la passione dei gatti che fotografa in ogni angolo (procurandosi anche dei guai). Sasà, napoletano, è scanzonato, donnaiolo, bugiardo, pronto a prevaricare su tutti (e in tutto), su versanti quasi sempre negativi. Tra i due, in passato, c'è stato uno scontro a causa di una donna che Sasà, senza nessun scrupolo, aveva soffiato a Archimede, adesso continuano a guardarsi in cagnesco pur costretti a girovagare insieme per la Spagna - Madrid, Toledo, Valencia, Siviglia e perfino Ibiza- con quei ragazzotti attorno interessati, più che alle città d'arte, all'arte di far conquiste facili, come la loro età pretende. Anche Archimede e Sasà pensano a far conquiste, uno, con accenti romantici e impigliandosi in un sacco di equivoci, l'altro con la sua spregiudicatezza consueta e, come sempre, rivaleggiando, anche in modo truffaldino, con il malcapitato Archimede. Da ultimo, comunque, come in certe commedie di Goldoni, tutti ricomporranno le loro questioni sentimentali addirittura con dei matrimoni. Anche se una sparatoria finale, non più in Spagna ma a Venezia, di fronte alla Salute, rischierà di favorire una conclusione tragicomica. Si può ridere, pur non potendosi non rilevare delle cadute di gusto (una dimostrazione pratica degli effetti del Viagra) e nonostante la struttura narrativa non corrisponda sempre all'estro abituale dei Vanzina. Il film tuttavia, tende soprattutto a dare spazi a una nuova coppia che si è pensato di offrire al cinema italiano, quella composta da Massimo Boldi come Archimede e da Vincenzo Salemme come Sasà. Anche se il primo, però, la fa più da protagonista, direi che lo superi il secondo pronto a caratterizzare il suo Sasà con tutto il brio e l'effeverscenza di cui ha sempre dato prova. Meritando consensi più dell'altro.