Le domande di Gigi Marzullo
Toscani: «Il mio primo gioco, una macchina fotografica»
Il suo primo giocattolo? «Fu un regalo stupendo, una macchina fotografica "Rondine"». E fu subito amore? «Sì. Scoppiò dentro di me una passione per la fotografia e l'immagine. Mi diplomai a vent'anni e comiciai con reportage sulla mia generazione». E poi? «Fu un continuo. Cominciai a collaborare a riviste di moda e costume, le più conosciute e le più rappresentative». Hanno mai cercato di legarle le mani? «No. Non ne sono stati mai capaci. Sono forse un po' ribelle. Devo ammettere che ho avuto sempre carta bianca». E poi dopo l'Italia l'Europa e il Mondo? «Sì sono stato fortunato ed apprezzato. In poco tempo sono divenuto un fotografo molto richiesto. Ho lavorato in Inghilterra, in Francia, in America». Una delle sue rivoluzioni... «Fotografie e servizi per le strade, reportage in luoghi caldi a New York, discoteche teatri d'avanguardia gallerie. E Poi una campagna per un gruppo tessile che fece molto scalpore». Si sente un missionario? «Forse sì, forse no. Sono attratto da temi che hanno un valore profondo e sociale. A volte ho provocato. Ma è giusto che sia così. Ho a cuore i temi di integrazione razziale, i diritti all'infanzia, la salvaguardia dell'ambiente». Le piace fotografare l'attualità? «È un'altra mia passione. Un fotografo è un grande poeta dell'immagine. E l'immagine a volte è più chiara di tanti discorsi». Ha scritto anche libri, perché? «È un altro modo per comunicare. Libri di autobiografia e libri anche di comunicazione. Anche scrivere libri è un modo di comunicare anticonvenzionale». Ed ora è direttore artistico di «Music Box», una provocazione? «No la televisione fa parte del nostro tempo. Non ho un ottimo rapporto con il televisore. La tv interattiva in onda 24 ore su 24 è una scommessa che mi piacerebbe affrontare ed anche vincere». È stato mai sconfitto? «Forse. Ma le sconfitte a volte possono essere anche delle vittorie. Non sempre chi perde non ha ragione». Una cosa alla quale tiene? «È un lavoro per la fondazione di un nuovo centro di ricerca sulla comunicazione moderna. Bisogna sempre ricercare la nuova creatività dei linguaggi applicati ai nuovi media». È contento della sua vita? «Sì. Amo vivere in Toscana, produrre olio ed allevare cavalli».