La prima della Scala
Chi non era riuscito a conquistarsi uno degli ambitissimi posti in Teatro, si è contentato (ed erano migliaia) del maxischermo in Galleria: a protestare, i lavoratori precari. Tutti o quasi gli spettatori (qualche perplessità solo da Francesco Saverio Borrelli o Lucio Dalla) comunque, sono rimasti rapiti dall'allestimento grandioso di Zeffirelli, che per la Scala ha curato la sua quinta Aida con 350 persone in scena, e da Roberto Alagna (poco incisivo, per la verità, negli acuti della prima parte) e Violeta Urmana che si struggevano d'amore sotto la direzione del maestro Riccardo Chailly. L'etoile Roberto Bolle, impegnato in un sensuale balletto con Myrna Kamara, si è detto «quasi spiazzato dagli applausi di un pubblico calorosissimo». Nell'intervallo un commosso Zeffirelli (consensi fragorosi al regista per la scena del tempio) ha parlato di «un clima straordinario. Mancavo da anni ma c'è un'atmosfera più incoraggiante, come quella dei bei tempi in cui sono cresciuto qui». Zeffirelli ha poi voluto ricordare come «la ricostruzione della Scala segnò la rinascita del Paese. Dobbiamo essere molto fieri, questa serata porta l'opera in primo piano. Pensiamo di fare della Scala la capitale mondiale dell'opera». A godersi lo spettacolo, immancabili politici e vip: tra questi, il premier Romano Prodi («questa Aida è la perfezione», ha commentato poi, anche se «per la lirica resta il problema delle risorse»), accolto all'ingresso dal sovrintendente Lissner. Dopo il suo incontro in prefettura con il cancelliere tedesco Angela Merkel, i due si sono rivisti nel palco reale dove sedevano anche Letizia Moratti (alla prima inaugurazione da sindaco), il vicepremier Rutelli, il ministro della Cultura francese Renaud Domedieu de Vabres. Mai come quest'anno è stato alto il numero di politici e diplomatici (fra gli altri il guardasigilli Clemente Mastella, il presidente della Repubblica ellenica Karolos Papoulias, con il primo ministro croato Ivo Sanader e anche con il sindaco di Tel Aviv Ron Huldai). Ma non sono rimasti delusi gli amanti della moda e del cinema con Rupert Everett, Donatella Versace, Fanny Ardant e Valeria Marini. C'era anche il difensore dell'Inter Marco Materazzi. E il direttore d'orchestra Daniel Barenboim. In attesa di dirigere l'inaugurazione del 2007, quando Milano aspetterà Tristano e Isotta.