Il David
Il volume, corredato di un interessante dvd, è costato un anno di certosino lavoro a Gian Luigi Rondi, presidente dell'Ente David e infaticabile promotore dell'arte cinematografica. In trecento pagine viene ripercorso mezzo secolo attraverso foto e locandine dei film che hanno guadagnato il premio. Dall'istituzione del riconoscimento, che nacque «per la diffusione e la difesa del cinema italiano migliore», grazie all'impegno del compianto Italo Gemini, ad oggi sulla passerella del David sono passati tutti, ma proprio tutti, i nomi che contano del cinema internazionale. Tra le pagine di «50 anni di premi» si incontrano Gina Lollobrigida, all'epoca di «La donna più bella del mondo», con Walt Disney, ci sono Laurence Olivier, protagonista di un «Riccardo III» che sarebbe entrato nella storia, e Marilyn Monroe, che ai tempi promuoveva «Il principe e la ballerina». Per arrivare all'oggi con Spielberg, Marco Tullio Giordana, Risi, Verdone, Tom Cruise. E qui sta il bello del David: il fatto di essere un premio tutto italiano che sa guardare senza timore oltre i confini del Paese dove è nato. Un premio anche molto «rilassato» dove la competizione c'è ma chi non vince non se ne dispiace. È veramente l'Oscar italiano, con qualche piccola differenza. Come ad esempio il fatto che la statuetta data ai vincitori invece di essere stata sbozzata da un signor nessuno venne cesellata da un tal Donato di Niccolò di Betto Bardi, detto Donatello. La differenza c'è. E si vede. A. A.