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Festival Tertio Millennio

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Premio al regista Capuano e alla fiction su «Falcone»

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Sono state infatti tante le sorprese nell'edizione in programma nella Sala Trevi di Roma, dal 14 al 19 novembre. Fino alla premiazione ufficiale, avvenuta venerdì sera, dove ha vinto il premio Navicella del cinema italiano il regista Antonio Capuano per il film «La guerra di Mario», con Valeria Golino; a «Giovanni Falcone» di Andrea e Antonio Frazzi è invece andato il premio Navicella per la fiction. Mentre il premio per la colonna sonora lo ha ricevuto Francesco Cerasi per il film «Uno su due» di Eugenio Cappuccio; il premio Diego Fabbri per il miglior saggio di cinema lo ha conquistato Mario Sesti con il libro «In quel film c'è un segreto» (Feltrinelli); e il premio per il miglior cortometraggio è, infine, andato a «Arriba la banda!» di Sergio Ponzio, Giuseppe Cacace e Lior Levy. Ad accomunare film, cortometraggi in concorso e convegno, è stata quest'anno la «Cospirazione del silenzio», riflessioni e testimonianze con cui il cinema di oggi dà voce a storie di marginalità e scoperta, da periferie geografiche e sociali a noi spesso anche molto vicine. Cronaca e denuncia con cui il festival dell'Ente dello Spettacolo ha confermato il suo impegno e il passaporto internazionale: una finestra in Messico, a Guadalajara, e da quest'anno anche in Slovenia, per portare il suo messaggio di pace proprio dove ce ne è più bisogno. Particolarmente apprezzati sono stati Leonardo Di Costanzo, pluripremiato per il documentario «Odessa» e Hanna Polak che hapresentato in anteprima il suo «Children of Leningradsky», nominato quest'anno all'Oscar. Nel film emergono i bambini senzatetto della metropolitana di Mosca e la regista, dopo averli incontrati, ha detto che «per i cinque giorni successivi non sono riuscita nè a mangiare nè a dormire. Non potevo accettare che questi piccoli fossero curati da nessuno, abbandonati alla certezza del dolore». Se la rassegna si è aperta con l'anteprima dell'atteso «The Island» del russo Pavel Lounguine, già apprezzatissimo dalla critica all'ultima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, stasera il film di chiusura è «Sono colei che copre di fiori la propria tomba» di Hala Alabdalla Yakoub e Ammar Al Beik. Il film è un autentico puzzle in bianco e nero, fatto di viaggi e di ritorni, che parla di prigione e di esilio, di passato e di presente, di amore e di morte, per illustrare la moderna condizione delle donne siriane. La macchina da presa si sofferma su alcune donne che testimoniano la loro drammatica esperienza. Il festival, che gode del sostegno della Direzione Generale per il Cinema del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, è realizzato dalla Rivista del Cinematografo sotto l'Alto Patronato della Presidenza della Repubblica e con il patrocinio della Regione Lazio.

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