di VALENTINA MESOLELLA RIFLETTORI puntati su Roma, ancora una ...
Un appuntamento che si ripete ormai ogni anno dal 1999, quando l'ex numero uno del Cremlino e Nobel per la Pace, decise di portare a Roma l'iniziativa voluta e promossa dalla sua fondazione. Il tema scelto per questa edizione è di grandissima attualità: «Atomo per la pace o per la guerra?», una riflessione sull'energia atomica e i suoi pericoli. Un malore ha voluto che proprio Gorbaciov fosse assente, delegando il ruolo di padrone di casa al sindaco Walter Veltroni e al Nobel polacco e fondatore di Solidarnosc, Lech Walesa. È toccato a loro, insieme a Maired Corrigan Maguire, premiare il «Man of peace 2006». Il riconoscimento, che fu già di artisti come Sting e Roberto Benigni, è andato a Peter Gabriel, fondatore ed ex leader dei Genesis, per il suo impegno per i diritti umani e per la pace. A dare un benvenuto tutto romano all'artista, aprendo la cerimonia, la «BandaRustica», un complesso per soli fiati composto da ragazzi del quartiere La Rustica, nella periferia di Roma. Un'opportunità promessa loro dal sindaco Veltroni che ha detto: «Non saranno i Genesis ma c'è della qualità nella loro musica». E da ieri sono anche iniziati i lavori del Summit che termineranno domani, quando sarà presentata la prima «Carta per un mondo non violento», che si propone di formalizzare un ideale concreto di non violenza, sancito e condiviso a livello internazionale. La prima giornata dei lavori è stata scandita da un vero e proprio allarme lanciato da tutti i partecipanti: a 17 anni dalla caduta del Muro di Berlino e dalla fine della Guerra Fredda, l'incubo dell'atomica torna a spaventare il mondo. All'assise dei Nobel è arrivato anche un messaggio del presidente della Repubblica Giorgio Napoletano. Ospiti d'onore Nobuaki Tanaka, sottosegretario generale dell'Onu, Akiba Tadatoshi, sindaco di Hiroshima e presidente del coordinamento dei sindaci per la pace, Rita Levi Montalcini, Jeremy Rifkin e il ministro per le Politiche Giovanili, Giovanna Meandri.