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Bono preme sul G20 e investe con il Papa sui progetti per l'Africa

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non ha ancora scritto la canzone che gli spaccherà l'anima, e si incacchia di brutto se lo dipingono come un sognatore. «Preferisco la definizione "attivista" - spiega Bono - perché è proprio una parola d'azione. Certo, io spingo me stesso e gli altri a sognare "forte e chiaro", anche se alla fine mi piace muovermi concretamente. La gente non ti deve deridere ma piuttosto sputarti in faccia quando gli dici che cancelleremo il debito dei Paesi più poveri. Ti dileggeranno, ma alla fine capiranno che si sbagliano». Nel suo fervore da portabandiera di ogni causa umanitaria sul pianeta, il cantante degli U2 sa di assumersi il rischio di essere preso come un arruffapopoli. Ma con ostinazione classicamente irlandese, non molla mai la presa. In questo weekend tampinerà i ministri economici del G20 riuniti a Melbourne (Padoa-Schioppa ha mandato un funzionario...), per convincerli una volta per tutte ad alzare allo 0,7 per cento la quota del Prodotto Interno Lordo destinata agli aiuti per il Terzo Mondo. Caratteristicamente, il palco del comizio è smisurato e avvolto nel frastuono, dal momento che la sua band è nel pieno del segmento australiano del tour: a tempo perso, lui è anche andato a duettare con la risanata Kylie Minogue. Ma Bono sa come farsi ascoltare: l'anno scorso, al summit del G8 di Gleneagles, inchiodò Schroeder davanti a una pinta di birra scura, poi inseguì Chirac sul campo di golf, e sopportò le mediocri barzellette raccontate da Bush pur di spingere i grandi della Terra a firmare l'assegno da cinquanta miliardi di dollari equivalente alla cancellazione del debito dei Paesi poveri. Non bastasse, è finito nella stessa lista di sottoscrittori aperta da Papa Benedetto XVI (ma ci sono anche l'Arcivescovo di Canterbury, rabbini, Gran Muftì, e l'onnipresente Bill Gates) per l'acquisto di obbligazioni finanziarie da un miliardo di dollari: il progetto era stato varato dal ministro britannico Gordon Brown, l'obiettivo la vaccinazione dei bambini africani contro la poliomielite. Senza dimenticare l'iniziativa (RED)tm, escogitata dalla rockstar insieme a Bobby Shriver (il primogenito di Eunice Kennedy) e Giorgio Armani per combattere l'Aids nel Continente Nero. Di fronte alla fragilità dell'infanzia, Bono si espone anche in modo controverso, come quando ha difeso l'amica Madonna per l'adozione in Malawi del piccolo David: «Dovrebbe essere applaudita per aver aiutato un bambino a uscire dalla peggiore miseria immaginabile. David è stato fortunato, qualcuno gli ha dato una chance di sopravvivenza in questo mondo, e non credo che sia corretto che la gente critichi così tanto Madonna. Venti anni fa, quando mia moglie Ali e io andammo in Africa dopo il Live Aid, un uomo che con ogni evidenza amava suo figlio venne da noi e ci pregò di prenderlo. È una cosa che spezza il cuore, ma ci chiese di portarlo a casa con noi, perché non poteva dargli da mangiare. E questo accade in ogni momento, in quelle parti dell'Africa dove povertà impensabile significa che la gente semplicemente non riesce a nutrire i figli». Ma per il leader del Partito Mondiale Trasversale l'area di intervento è sempre più vasta di quanto lui stesso non riesca ad accettare. Nell'agosto di un anno fa, avrebbe probabilmente giudicato poco realistica l'ipotesi di un uragano destinato a spazzare via duemila vite nel cuore degli Stati Uniti, nella culla del rhythm & blues. Eppure, su tutte le reti musicali imperversa oggi il video del brano ("The saints are coming", firmato nel 1977 dal gruppo punk scozzese degli Skids) che gli U2 hanno inciso insieme ai Green Day. Il 25 settembre scorso le due band riunite sono andate a cantarlo, prima della partita tra i New Orleans Saints e gli Atlanta Falcons, proprio al Superdome, lo stadio coperto in cui decine di migliaia di superstiti di Katrina si erano rifugiati, e dove in troppi avrebbero poi perso le tracce dei propri familiari. Nelle immagini girate dal regista Chris Milk si mescola l'angoscia d

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