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«E che sarà mai», il titolo del suo ultimo libro che è già un successo.

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Alla terza edizione. Forse perché dico molto di cose che avevo taciuto prima. Rompo un po' i tabù della mia vita privata». Come l'operazione al cuore? «Sì, un by pass ignoto a tanti. E poi il mio rapporto complicato e profondo con i miei figli. E poi l'affetto che mi lega a mia moglie Maria». È un libro che le fa scordare la solitudine? «Che mi cancella un po' di malinconia». Soffre di solitudine? «A volte si a volte no. Il lavoro mi impegna tantissimo. Non so stare senza far niente». Si considera un uomo fortunato? «Sicuramente sì. Che cosa potrei chiedere di più alla vita. Ho un lavoro stupendo, una moglie che amo, dei figli eccezionali ed ora sono anche diventato nonno. Mio nipote è dolcissimo e si chiama Brando». È a lui che ha dedicato il libro? «Sì. Il mio unico nipote per ora speriamo ne possano arrivare altri». Perché questo titolo? «È un po' la mia filosofia. Il mio approccio alla vita. Un salutare distacco da ciò che non vale la pena. Quando manca un ospite in trasmissione non mi affanno, non mi perdo consiglio solo di toglier una sedia ed aggiungo e "che sarà mai...". Il suo rapporto con i genitori come è stato? «Figlio unico: mia madre Iole era una brava casalinga, papà Ugo impiegato al Ministero dei Trasporti. Mi hanno regalato e insegnato tanto». E da piccolo già voleva diventare Maurizio Costanzo? «Trascorrevo ore e ore ad ascoltare la radio, mi fingevo presentatore, inventavo anche microfoni con manici della scopa e leggevo commedie di Goldoni ad alta voce». Spesso pensa a suo padre? «Sì. È morto giovane, aveva solo 63 anni. A lui chiedo spesso consiglio». Ama la mondanità? «Per niente». Cosa non sopporta? «Tante cose. Faccio fatica a fare la cyclette». Delle donne cosa guarda? «Sempre le mani e gli occhi. E le confesso di aver sempre avuto bisogno di innamorarsi». Una grande passione? «Sono tante: scrivere, scrivere per il teatro ed anche per il cinema». Come si vede tra qualche anno? «Esattamente come ora. Tanto lavoro». Ha molti amici? «Spero di sì. Comunque ho anche qualche nemico, ma non ci penso». Le manca qualche amico? «Franco Bracardi, un partner straordinario. E poi Vittorio Gasman, Alberto Sordi, Saviane, Montanelli, Totò, Caprioli, Flaiano, Marchesi. A volte se ci penso davvero divento malinconico». Risposerebbe Maria? «Sempre».

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