I Genesis al Colosseo
Inevitabile che venga sussurrata nella città della Sirenetta e di Andersen, mentre si spengono le luci del carrozzone degli Mtv Awards. Insomma, è fatta: i Genesis tornano insieme, anche se Peter Gabriel ha dato forfait. Suoneranno a Roma la prossima estate, per il Telecomcerto. E forse all'ombra del Colosseo alla piccola storia del rock potrebbe aggiungersi un nuovo capitolo: quello, attesissimo ma effimero, del primo leggendario cantante della band che per una sola sera si riunisce ai suoi ex compagni. La diplomazia del rock ci proverà fino all'ultimo minuto: la gustosa complicazione è che l'evento è sponsorizzato da Tronchetti Provera, mentre l'artista è notoriamente amico di Soru. Nel frattempo, Peter nicchia: qualche giorno fa si è dichiarato ufficialmente «felice per i Genesis, è non è che io escluda definitivamente di poter suonare con loro prima o poi, ma adesso ho del nuovo materiale su cui concentrarmi». Quanto alle laboriose trattative (se ne parlava dall'autunno 2005) per un rientro immediato nel gruppo, Gabriel ha ammesso che «ci sono stati degli incontri per parlarne, ma alla fine ho deciso di non far parte di questo progetto». Che verrà annunciato nei dettagli martedì prossimo a Londra, davanti alla stampa di mezzo mondo. Di certo è alle viste una tournée intercontinentale, con probabile debutto negli Usa: l'unica data italiana sarà proprio quella (gratuita) di Roma, mentre per il 30 giugno l'appuntamento è al Parco dei Principi di Parigi. Dai concerti del "Turn it on again tour" sarà ricavato un dvd, mentre è possibile, ma non sicuro, che presto o tardi i Genesis tornino in studio per registrare un nuovo cd. La formazione è quella a tre: Phil Collins alla voce e occasionalmente alla batteria, Mike Rutherford al basso e Tony Banks alle tastiere. Più i membri gregari Daryl Stuermer alle chitarre e Chester Thompson alla batteria. Insomma lo stesso modulo dell'ultima fase della loro carriera, dal 1978 al 1992: quella che va dall'abbandono del chitarrista Steve Hackett (che nei mesi scorsi era curiosamente stato il primo a far trapelare la voce di un ritorno sulle scene, tutti insieme) fino all'uscita dello stesso Collins. Gli altri proseguirono, ma senza successo, fino al 1997, con il cantante scozzese Ray Wilson. Gabriel, dal canto suo, se n'era andato sin dal 1975, all'indomani del tour per la leggendaria opera rock "The Lamb Lies Down on Broadway", ambiziosa e suggestiva, dove Peter dava fondo alle sue qualità di artista totale: non solo vocalist, ma anche mimo, trasformista, attore, performer. Pagò le ambizioni di Collins, che da qualche tempo si era alzato dalla sua postazione dietro ai tamburi per conquistarsi il microfono, e se ne andò, segnando non solo simbolicamente la fine della straordinaria stagione del pop "progressivo" britannico, dove i Genesis avevano prodotto capolavori come "Foxtrot", "Nursery Crime" e "Selling England By The Pound", e il tocco fiabesco nascondeva geniali allusioni al decadimento della civiltà occidentale. Esaurita la fase "europea", sotto la guida di Collins la band assottigliò le pretese stilistiche, trasformandosi in una formidabile macchina da guerra per le classifiche americane. Un pop via via più agile ma sempre meno ispirato, finché Phil non capì che poteva fare a meno di tutti, occupando militarmente con i suoi successi solisti le potentissime radio Fm Usa. E se oggi torna assieme ai Genesis è certamente perché non può tollerare la caduta verticale delle proprie azioni di superstar. Cinico lo è sempre stato, a dispetto dell'immagine bonaria e delle evocative canzoni sentimentali da lui firmate: anche sul piano privato. A 56 anni, ha avuto cinque figli da tre mogli. La seconda l'ha lasciata via fax, e la terza con un colloquio ridotto all'osso, a colazione: la sera prima le aveva riconfermato eterna fedeltà. Ma tant'è: se le famiglie si cambiano come le camicie, non è mica sensato buttare a mare una ditta da 130 milioni di dischi venduti. Mesi di colloqui non sono stati sufficienti