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Visto dal critico

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Di questi circa il 90% sono impuniti. Restano le ferite fisiche ed emotive, che la bosniaca Zbanic svela nel «Segreto di Esma», nel rapporto con una figlia nata da uno stupro etnico. Il film, vincitore dell'Orso d'oro a Berlino e candidato per la Bosnia Erzegovina all'Oscar, è da ieri nelle sale distribuito dall'Istituto Luce e patrocinato da Amnesty International. La regista mescola fiction e realtà nelle scene in un centro di assistenza per donne violentate, che non tornano più nelle loro città per non vedere i loro violentatori. Per la regista, musulmana come la maggior parte delle donne stuprate, e di genitori comunisti, l'arte è l'unica religione. Visto in Bosnia da 400 mila spettatori, ma non distribuito nella parte serba del paese, il film ha contribuito a sollevare l'indignazione sulle violenze. La regista ha raccolto le firme per far riconoscere in Parlamento come vittime civili di guerra le donne che hanno subito stupri. La violenza sulle donne resta uno scandalo planetario: in Francia ogni 4 giorni una donna viene uccisa e in Italia, il 55% delle donne, tra i 14 e i 59 anni, ha subito molestie.

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