Annuncio del ministro Rutelli
L'annuncio arriva dal ministro dei Beni culturali Rutelli, che getta acqua sul fuoco di una possibile guerra di campanili. «La decisione è stata presa dalle comunità ebraiche», dice, ma «sarà un bene per tutti e non sminuisce Ferrara». Mentre il portavoce della comunità ebraica romana Pacifici ricorda «la naturale vocazione di Roma», è il presidente dell'Ucei Gattegna a sottolineare che nella città dei Finzi e Contini si realizzerà il progetto più prestigioso, quello di un «Museo della cultura ebraica italiana». Un emendamento alla finanziaria predisposto proprio dal Mibac cambia il nome al progettato Museo della Shoa di Ferrara in «Museo della cultura ebraica in Italia». Un emendamento «salvafondi», precisa il ministro, che consentirà alla cittadina estense di non perdere i soldi già stanziati. Ma il sindaco della cittadina Gaetano Sateriale ha scritto al ministro per protestare. Sull'ipotesi di cambiar nome al museo, ha fatto notare il primo cittadino di Ferrara, «avremmo ritenuto doveroso essere consultati preventivamente». Un «problema di comunicazione», risponde Rutelli. Che spiega di aver informato già due settimane fa il capogruppo dell'Ulivo Franceschini (primo firmatario della legge per il Museo della Shoa a Ferrara) della decisione di cambiare nome al museo estense.