Preziosi: «Ladro sì, ma solo per amore»
Il decoratore Vincenzo Peruggia ha scelto lunedì 21 per il furto e preparato l'alibi fin dalla domenica, in una serata con gli amici del quartiere italiano al Cafè Rubichat dove canta, suona il mandolino e beve tanto che una guardia lo ferma per schiamazzi notturni. Poi, lunedì mattina, ruba la Gioconda perché credeva che il quadro fosse bottino di Napoleone e perché voleva beffarsi dei francesi, che lo deridevano per il suo mandolino e lo chiamavano «mangia-maccheroni». Peruggia riportò la Gioconda in Italia e si mise in contatto con un antiquario per riconsegnarla agli Uffizi. Forse, si aspettava una ricompensa: una pensione, o un lavoro in un museo italiano come decoratore. Invece, fu arrestato e divenne famoso in tutta Europa. Ieri la sua storia è stata riproposta, sebbene in chiave romanzata, su Canale 5, nel film «L'uomo che rubò la Gioconda» di Fabrizio Costa, con Alessandro Preziosi (Peruggia) e Violante Placido (Aurore). Il film tv narrà però una storia d'amore d'altri tempi intrecciata con un thriller poliziesco. Vincenzo si innamora di Aurore, acrobata di circo senza famiglia mantenuta dall'antiquario Dupont e, in uno slancio d'amore, decide di sorprenderla, rubando per lei la Gioconda. Il furto colpisce l'opinione pubblica dell'Europa intera. Il giudice riconosce a Vincenzo l'ingenuità del gesto d'amore e il tentativo patriottico di restituire la Gioconda all'Italia: Peruggia viene condannato a lieve pena e liberato. Tutto finisce bene e la Gioconda viene riportata al Louvre, dopo due anni dal furto, tra una folla festante. La fiction, girata circa un anno e mezzo fa tra Saluzzo, Torino, Pinerolo, Roma, Parigi e Praga, arriva sulla scia del successo planetario del discusso «Codice da Vinci». «Ma questo film era già in cantiere da tempo, l'idea risale a tre anni fa e il mistero riguarda l'autenticità dell'opera esposta al Louvre perché nel mondo ci sono almeno altre cinque copie molto simili all'originale», ha spiegato il regista Costa, un po' dispiaciuto perchè il suo film «è stato immolato sull'altare di Papa Luciani», in onda proprio ieri su Raiuno. Il film su Peruggia ha avuto un alto budget, con una coproduzione tra Italia e Francia e molti attori francesi tra cui Cecile Cassel, cognata di Monica Bellucci. «Liberamente tratto dalla storia vera, il gesto di Peruggia — ha detto Alessandro Preziosi — è in realtà un atto di passione verso il proprio Paese e verso il suo amore: lui non lo fa per soldi, ma agisce con purezza e ingenuità. Tutto nasce da un equivoco storico, visto che Peruggia pensava che l'opera fosse stata trafugata da Napoleone e invece Leonardo da Vinci l'aveva venduta ai francesi». Se Violante Placido si è preparata al ruolo di equilibrista «frequentando un circo e provando con una coppia di funamboli su una corda d'acciaio», Preziosi, che sta preparando la seconda serie della fiction di Raidue «Il Capitano», è convinto che il film sulla Gioconda sia «piaciuto al pubblico più giovane. La scena più bella è quando i due protagonisti s'incontrano all'alba, su un ponte, con Notre Dame sullo sfondo».