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Pochi complimenti e tanta simpatia all'appuntamento finale

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Strafalcioni e gaffe, vanno in scena le stelle... cadenti

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La premiazione di ieri, nel «salotto buono» dell'Auditorium, la Sala Santa Cecilia, è apparsa un concentrato di scene in stile ispettore Clouseau che hanno rovinato... ma no, hanno reso ancor più simpatica la manifestazione. D'altronde Ettore Scola, presidente della giuria e bravo conduttore della cerimonia dei premi aveva avvertito: «Vedrete che questo non è un festival come gli altri». La palma per la battuta tragica, con l'aggravante della reiterazione, va a Sabrina Ferilli. La Sabrinona nazionale, incautamente incaricata di consegnare il premio al miglior attore, trovandosi davanti Giorgio Colangeli, protagonista di «L'aria salata» ha proferito le seguenti parole: «Io non la conosco, ma tutti mi dicono che lei è tanto bravo». E gli ha sbattuto in mano il prezioso Marc'Aurelio d'oro come se fosse una pignatta di fagioli. Non paga di tale impresa, vedendo giungere sul palco Alessandro Angelini, regista esordiente, ha aggiunto: «Ditemi un po' chi è questo bel ragazzo!» Comunque Angelini non solo non si è offeso, ma, giura chi gli era più vicino, ha tanto gradito il complimento che è arrossito. Scola ha tentato di mettere qualche pezza alle schiette battute della Ferilli, ma più di tanto non ha potuto fare. Comunque tutti hanno detto che è tanto bella, e ieri lo era più che mai, che può dire tutto quello che vuole. E sì che poco prima si era consumata un'altra tragedia: era scomparsa, proprio nel momento di ricevere il premio, Louise Osmond, la regista del documentario «Deep Water». Anch'essa non paga dell'impresa, ha ben pensato di ri-materializzarsi tra il premio alla migliore attrice e quello al miglior film. Si è presa statuetta e fiori e ha dichiarato di aver fatto tardi perché, saputo di aver vinto il premio, si era messa a ballare perdendo tempo. Un luminoso esempio di come un dignitoso silenzio sia sempre meglio di avventate scuse. A fronte di tali massacri Scola, che, come si dice a Roma, «non è uno che te la manda a dire», ha piantato giù la grana: «Se le sale sono mezze vuote - ha sbottato il regista - vuol dire che i romani preferiscono stare fuori. Non si devono creare equivoci - ha aggiunto - ma i posti vuoti c'erano». L'organizzazione ha poi riconosciuto che qualche posto omaggio, poi non utilizzato, era stato riservato. E già che c'erano durante la cerimonia di premiazione potevano mettersi a discutere su dove andare a mangiare una pizza. Ve lo immaginate Steven Spielberg che, la notte degli Oscar, polemizza sui biglietti venduti e quelli dati omaggio? A. A.

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