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«Chi l'ha visto» propone domani testimonianze inedite sulla presenza del fisico in Sudamerica

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Un vero e proprio giallo la cui soluzione, ancora lontana e solo ipotizzabile, non smette di affascinare. Trovarla significherebbe dare finalmente una spiegazione alla scomparsa di uno dei più promettenti protagonisti della storia della fisica non solo italiana: Ettore Majorana. Ci hanno provato in molti. Adesso ci prova anche «Chi l'ha visto?». Il programma di Raitre, domani sera, propone una singolare ed inedita ipotesi della scomparsa del fisico, mostrando di aver scoperto tracce della sua presenza addirittura in Argentina. A soli 32 anni, ma già ricoperto di gloria e di incarichi universitari a livello internazionale, Majorana si imbarcò da Napoli per Palermo il 25 marzo del 1938. Ma a Palermo non è mai arrivato. Da quel giorno è un continuo frugare nelle pieghe della sua vita, ma soprattutto nella grande quantità delle sue intuizioni scientifiche, per cercare una motivazione alla sua scomparsa. Fu suicidio? O desiderio di allontanarsi dal mondo per non contribuire, con la perspicacia della sua mente scientifica, avanti almeno di venti anni, alla realizzazione di strumenti di morte, quali la bomba atomica che sarà una realtà pochi anni dopo? Se lo è chiesto anche uno scrittore come Leonardo Sciascia che al fisico aveva dedicato un libro «Il caso Majorana» nel quale aveva ritenuto più credibile, tra le tante ipotesi avanzate compresa quella del suicidio, la possibilità che Majorana si fosse ritirato spontaneamente in un convento. Agli inizi degli anni '90, grazie alla fiction in due puntate «I ragazzi di via Panisperna» trasmessa da Raiuno ed interpretata da Ennio Fantastichini, anche la vasta platea televisiva si appassionò alla scomparsa di quel giovane alto, riservato, troppo serio per la sua età, con un singolare passatempo: scrivere su pacchetti di fiammiferi usati formule matematiche e fisiche che gli venivano in mente nel corso della giornata. In occasione del centenario della nascita, avvenuta a Catania, il 5 agosto del 1906, «Chi l'ha visto?», aveva rievocato, lo scorso maggio, la figura di Majorana ed il mistero che la avvolge ancora. Da quel momento la quantità di preziose ed inedite testimonianze di un suo passaggio in Argentina, arrivate in redazione, ha indotto gli autori ad inviare una troupe sul posto con a capo Pino Rinaldi. Rinaldi la scorsa estate si è recato a Santiago Del Cile dove ha incontrato la moglie del fisico Carlos Rivera deceduto due anni fa e responsabile dell'Università cattolica di Santiago. La signora svelerà per la prima volta una propria diretta esperienza. Lei ed il marito erano in un ristorante di Buenos Aires. Nell'attesa, tra una portata e l'altra, Rivera, incaricato di acquistare alcuni strumenti per l'Università, cominciò a scrivere formule matematiche su piccoli foglietti di carta. Il cameriere che si era avvicinato per servirli, con sicurezza che impressiona la signora Rivera, si rivolge al professor Rivera chiamandolo "fisico" e dice di aver conosciuto un signore italiano che veniva spesso a pranzare da loro e che aveva la mania di scrivere formule matematiche su piccoli fogli di carta e su scatoline di fiammiferi. I due coniugi, incuriositi, chiedono al cameriere se poteva essere il fisico italiano Ettore Majorana e gli fanno domande insistenti. A questo punto l'uomo col pretesto di rientrare in cucina, sparisce e non torna più. L'altra testimonianza è quella di un ex poliziotto che nel 1955 ha incontrato uno strano signore molto distinto, dalle mani però di contadino, che parlava spagnolo con accento spiccatamente italiano. «Poteva essere un chimico o un fisico - riferirà l'ex poliziotto domani sera - perché ad un certo punto io gli ho chiesto la formula della vitamina A e lui l'ha addirittura scritta su un pacchetto di fiammiferi». «Ne abbiamo dedotto - puntualizza Rinaldi - che se Ettore Majorana è stato davvero in Argentina, si è mimetizzato in un contadino che lavorava la terra ed abitava fuori città, forse in campagna, conducendo una vita molto semplice appartata e riservata».

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