L'attore e il quarto capitolo della saga avventurosa che lo lanciò
Questa prima edizione ha visto vincitore Jim Berkus, fondatore della United Talent Artists. La consegna ufficiale del riconoscimento si è poi svolta ieri sera a Villa Giulia, in un gala di beneficenza organizzato da Vanity Fair: il ricavato della serata sarà devoluto a favore di due associazioni che si occupano di ippoterapia, l'americana Ride On, fortemente voluta da Patricia McQueeney, e L'auriga, onlus italiana. «Sono felicissimo di essere qui alla Festa del Cinema. Roma è un luogo meraviglioso, dove mi sembra si stia svolgendo una festa popolare, un evento per tutti, molto gradito dal pubblico. Spero che possa avere un futuro brillante — ha esordito l'attore 64enne che ha ricordato quanto sia stata importante per la sua carriera una donna agente come Pat McQueeney scomparsa lo scorso anno —. Io e Pat avevamo un rapporto molto stretto e i suoi consigli per me sono stati indispensabili per migliorare la mia carriera, per scegliere determinati ruoli che hanno decretato il mio successo». Ruoli come quello del leggendario Indiana Jones, che Ford si accinge di nuovo a portare sul grande schermo in un quarto film. A quanti gli chiedono se non si sente ormai un po' invecchiato per le avventure di Indy, Ford risponde pacato nel suo elegante completo scuro: « Non sono troppo vecchio per fare Indiana Jones IV e credo di essere ancora in grado di coinvolgere il pubblico con questo personaggio. Siamo in fase di sceneggiatura, ma la collaborazione con Steven Spieberg è forte. Prenderemo atto del passaggio del tempo. I primi tre film rappresentavano Jones in uno stesso blocco temporale, adesso è evidente che per motivi artistici e fisici, Indy apparirà invecchiato. Ma sono sicuro che riusciremo ancora a coinvolgere il pubblico con un ottimo prodotto, ricco di avventure appassionanti come quelle del passato. L'importante è che ci sia il respiro, comico, avventuroso e cinematografico». Quando gli è stato poi ricordato che Sean Connery all'inaugurazione della Festa capitolina, aveva dichiarato che non farà mai il quarto capitolo di Indiana Jones, perché non è credibile che abbia un figlio così vecchio, Ford ha sorriso: «Sean ha detto questo per vendicarsi — ha subito risposto l'attore —. Perché una volta dissi che se non avessero fatto rapidamente il quarto capitolo, Sean Connery sarebbe stato troppo vecchio per fare la parte di mio padre. Ma in realtà ci sono solo 12 anni di differenza tra noi e sarei felice se tornasse a lavorare nella saga di Indiana. Gli artisti invecchiano e il pubblico sembra ringiovanito. Le opportunità sul set sono di meno per tutti, uomini e donne, che hanno superato la giovinezza. E i ruoli vanno cercati con maggior rigore». Per Ford, che ha preso le distanze come sostenitore del partito democratico, dal governatore della California, Arnold Schwarzenegger, ha esortato poi ha prendere coscienza del «peso dell'ambiente che è ormai eccessivo ed è la prima volta che si verifica un tale estinzione di tante specie viventi». Ford, che ha detto di conoscere pochi registi italiani (Pontecorvo e Antonioni), «il cinema è il linguaggio delle emozioni e richiama a un fote senso della comunità, visto che ci si ritrova in tanti in una stessa sala al buio a condividere la medesima esperienza». Il cinema ha quindi per lui, al contrario di quanto affermato proprio alla Festa da Costa Gavras, «un grande potere, un impatto emotivo che ha anche un valore sicuramente politico». Se l'attrice che lo affascina di più è «sicuramente Calista Flockhart» (sua attuale compagna), Ford non pensa proprio di tornare a fare teatro: «Quello è un lavoro vero. Si va sul palscenico tutti i giorni. Al cinema è invece come stare in trincea e si tira fuori la testa solo a tratti. Sono pigro. Per me è faticoso anche fare il regista che impegna almeno due anni per realizzare un film». Ieri, tra gli eventi speciali della festa di Roma