«Il mio viaggio per scoprire Levi»
Lo spunto di questo film, presentato in concorso, lo ha dato Marco Belpoliti, studioso profondo dell'opera di Primo Levi e sceneggiatore della pellicola. Ha proposto a Ferrario di ripercorrere i luoghi del racconto autobiografico di Levi «La tregua», che, nel '45, fu liberato da Auschwitz e vagò otto mesi tra le macerie dell'Europa prima di ricongiungersi alla sua Torino. Il documentario mostra come sono oggi quei luoghi e quelle città. «Quando ho ricevuto la proposta mi ha emozionato, ma dopo un po' ho anche avuto paura - spiega Ferrario - Si trattava di una sfida difficile. Levi è un grande scrittore, non può certo essere preso alla leggera». Ferrario spiega che il viaggio, che inizia in Polonia e attraversa la Bielorussia, la Romania, l'Ungheria, l'Austria e la Germania, è stato preceduto da un sopralluogo di cinque persone in auto. «Abbiamo iniziato questo viaggio con Levi - ha spiegato Ferrario - Ma dopo aver visto i luoghi alle impressioni di Primo Levi si sono sovrapposte le nostre. Quindi siamo tornati a girare alla luce di questo doppio riflesso. Ed è incredibile come nel visitare quei luoghi ne abbiamo sempre trovato riscontro nelle pagine del libro». Nel film, che mostra i luoghi del post-comunismo, testimonianze di persone, panoramiche di luoghi incontaminati e di città in stile «razionalismo sovietico», appaiono immagini di repertorio dello scrittore. «Ma Levi non parla mai - precisa Ferrario - per lui parla il suo libro, letto da Umberto Orsini». Per lo scrittore Belpoliti girare questo documentario è stato un modo per concludere il «suo» viaggio con Primo Levi, del quale si è occupato per 15 anni, come curatore della sua opera. «Finita la realizzazione del film - racconta Marco Belpoliti - quando era proprio tutto finito, montaggio e altre cose, da Milano ho preso il treno e sono andato a Torino. Qui mi sono recato fino al portone del palazzo dove ha vissuto Levi. Alla fine del mio lavoro l'ho voluto riaccompagnare a casa». Ieri in concorso è stato presentato, oltre al documentario su Levi, anche «Nacido y criado», film argentino firmato da Pablo Trapero. La storia narra il difficile cammino di un uomo alle prese con l'elaborazione di un lutto. Un film che ha convinto e per molti ha già ipotecato un premio. Il nuovo lavoro di Giuseppe Tornatore «La sconosciuta», presentato l'altro giorno, è stato venduto, a tempo di record, in sette Paesi. Mentre si delinea un deciso successo commerciale internazionale, in Italia i critici dibattono sulla validità della pellicola: per molti «La sconosciuta» è un film superbo. Altri hanno sfoderato termini come: «imbarazzante», «melodramma», insomma un classico Tornatore «da prendere o lasciare». E tanto fa discutere questo film che alcuni nello stesso articolo sono riusciti ad esprimersi contemporaneamente pro e contro. E ieri sera sulla Capitale è arrivata la pioggia che ha fatto saltare le sfilate di moda.