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La grande lezione italiana

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Diario d'artista

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Da allora, la Festa romana, la seguo dalla clinica attraverso i giornali i servizi televisivi e qualche racconto degli amici invitati agli incontri festivalieri. Il mio ricordo risale alla serata del 12 ottobre, quando con mia moglie Valeria, siamo andati alla cena della Lancia che esponeva le sue auto d'epoca, nella Casa del Cinema, dove è stato inaugurato il Roma Film Festival. È stata una serata bellissima. Per l'occasione c'è stato un omaggio a Marcello Mastroianni e tutta la giornata sono statti proiettati i suoi film più belli, da «8 e mezzo» a «La Dolce Vita». Fino al termine della kermesse capitolina, nella Casa del Cinema è stata dedicata una sezione retrospettiva speciale che ospiterà ogni sera un film di Mastroianni, simbolo dell'indimenticabile cinema italiano. Proprio in questi giorni ho saputo che Barbara e Chiara Mastroianni sono state protagoniste di un filmato, «Marcellus, Dominicus, Vincentius» con il quale viene sfatata l'immagine del latin lover che se infischiava delle figlie. Un film che vedrò presto per ammirare ancora la sua ironia, la sua grandezza, soprattutto di padre, ne sono convinto, e non solo di sciupafemmine. Credo che qualsiasi cosa venga fatta sul cinema sia sempre la benvenuta, sia essa una piccola rassegna o un mega festival come quello organizzato per la Festa di Roma. Il cinema italiano ha bisogno di questi eventi e la città non è solo la Capitale del Bel Paese, ricco d'arte e di storia, ma è anche la Capitale del grande Cinema, quello amato e ricordato da tutti. Quello stesso cinema che oggi viene reinterpretato da noi attori, dai giovani autori e dai celebri cineasti che non riescono, in qualsiasi parte del mondo essi si trovino, a dimenticare la straordinaria lezione cinematografica che noi italiani siamo riusciti a dare e con la quale abbiamo segnato il cammino cinematografico mondiale.

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