Il premio Oscar Zana Briski oggi a Roma

In un film i bambini dannati di Calcutta

Michael Burke e Irene Bignardi saranno presenti all'incontro per far emergere quanto la fotografa e regista ha testimoniato. Una realtà dannata che si consuma ogni giorno nei quartieri a luci rosse di Calcutta, con le storie e le foto realizzate da otto bambini che in quelle strade sono cotretti a viverci, lontano dal miracolo economico dell'India bollywoodiana, tra vicoli stretti, case sporche e squallide, animate da sogni e rassegnazione. Più di 40 anni fa Cesare Zavattini, sceneggiatore dei capolavori neorealisti di De Sica, si augurava che ai ragazzi fosse insegnato a scuola l'uso dei mezzi del cinema, perché raccontassero la realtà. Un messaggio raccolto pienamente dalla Briski, artista inglese che vive a New York, co-regista con Ross Kauffman del documentario, arrivata in India nel 1995 e vissuta a Sonagchi, in un quartiere a luci rosse di Calcutta, a fianco delle prostitute e dei loro figli. Bambini, nati e cresciuti nei bordelli, destinati a seguire il destino dei loro genitori. «Sono stati i bambini ad accettarmi immediatamente — ha spiegato la regista —. Non capivano bene cosa ci facessi lì, ma erano affascinati da me e dalla mia macchina fotografica. Ho lasciato che la usassero e ho mostrato loro come scattare le foto. Ho pensato che sarebbe stato molto interessante osservare questo mondo attraverso i loro occhi. I bambini seguivano ogni cosa con grande interesse: tutti avevano tra i 10 e i 14 anni. Mi rendevo conto che c'era qualcosa d'importante da documentare, così ho portato una videocamera e ho iniziato a riprendere i bambini nel bordello, nelle strade e durante le gite per le lezioni di fotografia. Sono emersi scatti e storie di quotidiana lotta per la sopravvivenza, di Gour, Puja, Kochi, Manik, Shanti, Avijit, Tapasi e Suchitra, costretta a prostituirsi dalla zia, che diceva: "Quando ho la macchina fotografica nelle mie mani mi sento felice. Provo la sensazione d'imparare qualcosa e penso di essere qualcuno..."».