Le vicende di «Fiore di Neve» svelano la tragedia di generazioni di mogli costrette a comunicare con un sistema dipinto sugli accessori femminili
Giglio Bianco, di umili origini ma predestinata fin da piccola a un grande matrimonio perchè munita di piccoli e graziosissimi piedi, rifaceva a ritroso il fiume della vita senza risparmiarsi nulla. Una madre anaffettiva quasi ostile, la sconvolgente esperienza della fasciatura dei piedi, l'incontro con Fiore di Neve la sua laotang (molto di più di un'amica per la vita, una «vecchia sè stessa», un grande amore casto, profondo e indissolubile) l'apprendimento del nu-shu, il linguaggio scritto conosciuto solo dalle donne della regione e gelosamente tramandato da madre a figlia. E poi il matrimonio combinato, la nascita di quattro figli, le epidemie, le guerre, i lutti....Un grande affresco, un'emozionante commedia umana all'orientale che ripercorre la storia della Cina del XIX secolo è l'ultimo libro di Lisa See «Fiore di neve e il ventaglio segreto» (Ed. Longanesi). Avvolgente e commovente, il classico libro da leggere tutto d'un fiato... Signora See la vicenda di Giglio Bianco e Fiore di Neve è una storia di pura fantasia oppure attinge dai racconti che le sono stati tramandati dalla sua famiglia cinese d'origine? «Ho raccontato della mia famiglia d'origine nel primo romanzo "On Gold Mountain". La storia di Giglio Bianco è in gran parte di fantasia ma trae ispirazione dall'incontro con Yang Huanyi, la più anziana scrittrice in nu shu vivente, allora novantaseienne. Volevo saperne di più sull'antica scrittura segreta delle donne praticata nella zona rurale della contea di Yongming, la cui tradizione era stata cancellata dal maoismo. Fu così che progettai, nel 2002, un viaggio in quella zona che ora si chiama Jiangyong, un'area ancora vietata agli stranieri. Al villaggio di Tong Shan Li ho conosciuto appunto questa signora novantaseienne. Da piccola le avevano fasciato i piedi, mi ha descritto la sua esperienza e tutti i riti legati alle feste tradizionali e alle cerimonie di nozze. E naturalmente abbiamo parlato di nu shu». Una scrittura segreta attraverso la quale le donne comunicavano il loro mondo interiore, le loro aspirazioni, paure, tristezze abissali di una vita passata da recluse nella stanza al piano di sopra tra i bambini da accudire e le trapunte da ricamare. Separate dai maschi, bastonate dai mariti e dominate dalle suocere-padrone. Giglio Bianco e Fiore di Neve calligrafavano i loro messaggi in un ventaglio. Tutta una vita scritta su un ventaglio... «Il nu shu è una scrittura femminile realmente praticatica nella lontana regione della provincia meridionale dello Hunan. Le sue origini vengono fatte risalire a mille anni fa. A quanto sembra si tratta dell'unica lingua scritta al mondo creata dalle donne esclusivamente per il proprio uso. Negli anni '60 in piena era maoista un'anziana donna perse i sensi in una stazione ferroviaria della Cina rurale. La polizia le trovò addosso degli scritti in un codice cifrato. La poveretta fu arrestata per sospetto spionaggio e spedita in un campo di lavoro. In realtà si trattava di nu shu. Ci sono arrivate poche testimonianze antiche di quel linguaggio perchè c'era usanza di bruciare la maggior parte degli scritti sulle tombe delle donne. Oggi c'è voglia di recuperare questa tradizione; è nata una scuola che l'insegna. Io stessa ho visitato un museo dedicato a questa scrittura». Il rito dei piedi fasciati cominciava intorno ai sei anni. Si spezzavano le ossa delle dita che venivano ad eccezione dell'alluce ripiegate all'interno verso il tallone, per far sì che i piedini si trasformassero in due mezzelune lunghe al massimo sette centimetri. Le bambine, poi donne, così non potevano più correre e camminare solo a piccoli passi. Dolori immensi affliggevano le loro estremità perennemente purulente. Molte morivano di setticemia. Ma senz