Depp: «Ai produttori
E non è un successo solo italiano, ma mondiale, tanto che, dopo «La maledizione della prima luna», targato 2003, e l'attuale film, ora la Buena Vista (alias Walt Disney) sta preparando il terzo episodio. Poi ci sarà il cartone animato per il cinema e, probabilmente, anche una serie animata per la tv. Ma i pirati dei Caraibi comandati da Johnny Depp non sono solo cinema e tv: è scoppiata una vera pirati-mania, con giochi, videogiochi, abiti e gadget. La storia dei pirati che stanno saccheggiando il botteghino arriva da lontano: all'inizio del Terzo Millennio. Più o meno quattro o cinque anni fa, una crisi nera regnava nel parco dei divertimenti Disneyland. Tra i settori ormai deserti c'era quello dei pirati. Per ravvivare un po' l'interesse del pubblico qualcuno pensò di lanciare un film, prudentemente a basso costo, che rinverdiva una moda cinematografica, appunto quella dei pirati, ormai morta e sepolta da un trentennio e più. I film d'oro del genere erano reperti archeologici come «Il corsaro dell'Isola Verde», con Burt Lancaster, tutto girato a Ischia (robetta del '52), oppure «Il fantasma del pirata Barbanera», proprio di Walt Disney, con uno strepitoso Peter Ustinov (risalente al '68). Fatto sta che più o meno nel 2002 girava l'idea di questo film di pirati. Johnny Depp, che allora si definiva «un attore di chiaro insuccesso», amava vedere i cartoni animati con sua figlia e si mise in contatto con la Disney proponendosi come doppiatore in qualcosa tipo «Toy Story». Lui sostiene che lo fece per fare contenta la sua bambina, i più maligni affermano invece che dopo tanti film artistici non aveva più un centesimo. Comunque gli fu risposto che che di cartoni al momento non ce n'erano, ma si pensava a un film di pirati. Niente sceneggiatura e cast ancora in alto mare. Se Depp era interessato poteva firmare per una parte anche subito. Mai Johnny ebbe intuizione più felice: firmò al buio e il film, realizzato in quattro e quattr'otto fu un successo travolgente. «La maledizione della prima luna» fu realizzato da Gore Verbinski (il regista di «The Ring», un maniaco dell'horror) che diede un tocco spettrale al film. Nel cast furono inseriti due attori particolarmente amati dai giovani: Orlando Bloom e Keira Knightly. Incassò, solo negli Stati Uniti, più di trecento milioni di dollari. Era tornata l'era dei pirati. E per Depp era finita la penuria di spiccioli. Alla Disney scorsero velocemente i primi risultati degli incassi e già si preparava il sequel: «Pirati dei Caraibi: la maledizione del forziere fantasma». Il film, visto che «squadra che vince non si cambia», fu realizzato confermando regista e attori. Uscito lo scorso luglio negli Stati Uniti ha abbondantemente sfondato il tetto dei quattrocento milioni di dollari. Altro che rilancio di un settore di Disneyland, i produttori hanno capito che i pirati dei Caraibi sono una miniera d'oro, anzi, l'isola del tesoro. Ed è iniziato un sistematico sfruttamento del giacimento. Per ora è stato varato il progetto «Pirates of the Caribbean: At Worlds End», che più o meno in italiano potrebbe suonare «I pirati dei Caraibi alla fine del mondo». Il film, che ripropone diligentemente regista e attori dei primi due, è già in una avanzata fase di preparazione ed è stata annunciata la sua uscita nelle sale Usa per il 25 maggio del prossimo anno. Per l'anno successivo (2008) si parla di un cartoon ed eventualmente anche di una serie di cartoni per la tv. Una curiosità: nel film che uscirà il prossimo anno ci sarà un interprete illustre «prestato» dal rock. Keith Richards, il chitarrista dei Rolling Stone, interpreterà il ruolo del padre del pirata Sparrow-Depp. Quello del successo dei pirati dei Caraibi è certamente uno dei tanti segreti del mondo del cinema. Ma Johnny Depp ha cercato di spiegarlo rac