Reality a fondo Chiude la Parietti e rischia «Circus»
E "Circus" su Canale 5, nonostante venga strenuamente difeso dai vertici dell'azienda ed abbia anche superato il 17% di share, ha deluso le aspettative della vigilia. Il risultato più deludente è stato quello che ha coinvolto "Wild West", soprattutto se si pensa che Alba Parietti ha rinunciato ad un programma come "Grimilde" su Italia Uno che nell'unica puntata andata in onda lo scorso giugno, aveva ampiamente superato la prova dell'Auditel. È stato determinate il risultato dell'ultima puntata del reality sui cow boy, al di sotto del sette per cento di share e con solo 1.470.000 spettatori. Cifre che hanno impensierito il direttore di Raidue Marano, soprattutto se si pensa che, per la formula del reality che si svolge in Arizona, le spese sostenute sono state abbastanza consistenti. Alba non sembra prendersela: «Aspetto con serenità le decisioni della rete». E sull'invasione dei reality è già polemica che non investe solo le reti deluse ma anche alcuni comitati di difesa. A livello immediato, infatti, c'è da segnalare un intervento del Comitato di autoregolamentazione TV e minori che invita le reti ad una riflessione molto più responsabile per la tutela dei minori, sulla gestione dei reality e sulla stessa loro sorte ulteriore. Il Comitato ricorda una serie di rischi già ripetutamente segnalati a riguardo dei reality: dalla confusione tra realtà e finzione alla competitività anche aggressiva, all'esibizione e al voyeurismo sfocianti in un vero e proprio "spogliarellismo" della persona. Segnala ora particolarmente "il primato del denaro facile e della visibilità, la diffusione di stereotipi scadenti che ammette anzi incoraggia comportamenti trasgressivi normalmente inibiti". Il Comitato ritiene che tutti questi rischi riguardino soprattutto preadolescenti e adolescenti in ragione degli orari di trasmissione disseminati nella giornata in contrasto col Codice di autoregolamentazione che vuole le televisioni impegnate ad agevolare la funzione educativa, spettante anzitutto alla famiglia. Un esposto alla Procura della Repubblica di Roma è stato presentato dal Codacons per indagare sui costi e sulle spese della Rai. Troppe trasmissioni in onda sulle reti di Stato afferma l'associazione vengono realizzate assieme a produzioni esterne, nonostante la Rai disponga di oltre 10.000 dipendenti e di una invidiabile potenzialità di produzione interna. I format stranieri e le produzioni esterne hanno quindi invaso i palinsesti televisivi, anche quando si tratta di programmi di una semplicità disarmante - è scritto in una nota Codacons - come "In mezz'ora" di Rai3". La Rai, tra le altre cose avrebbe rifiutato di fornire al Codacons i documenti relativi alla produzione di una trasmissione di Rai2, "Robin Hood", secondo molti imposta dai partiti politici di centrodestra. Come se non bastasse afferma l'associazione si apprende di un probabile nuovo reality show che dovrebbe andare in onda su Rai2, con protagoniste Simona Ventura e Mara Venier a spasso per l'America.