L'anticipazione
Non è vero: l'Italia è stato un paese in grandissima parte attratto dal fascismo o senz'altro fascista. Almeno sino al nostro ingresso nella seconda guerra mondiale. Nel ventennio mussoliniano, gli antifascisti sono stati una piccola minoranza, molto piccola. E costituita quasi per intero da comunisti (...). Molti italiani restarono fascisti anche dopo i disastri originati dalla guerra, dalla nostra alleanza con la Germania nazista e dalla catastrofe dell'8 settembre. La Repubblica Sociale ha avuto una consistente base di massa, in tutti i ceti sociali. Questo consenso (...) rimase intatto per i venti mesi della guerra civile. Non si attenuò neppure quando risultò chiaro che Mussolini, ormai, aveva perso l'ultima battaglia. Sa da che cosa l'ho capito?». "Dagli elenchi dei giustiziati dopo il 25 aprile?" chiese Emma. "Sì, ma anche da quelli dei fascisti uccisi prima, nel corso della guerra interna. Non parlo soltanto dei militari delle divisioni allestite dal maresciallo Graziani e dei volontari dei reparti politici. Mi hanno colpito soprattutto le migliaia di civili, legati in modi diversi alla Rsi. Uccisi o fatti sparire dai partigiani (...) spesso soltanto per la loro adesione al Partito Fascista Repubblicano. Era una tessera pericolosa (...). Eppure la presero in tanti". (da «La grande bugia. Le sinistre italiane e il sangue dei vinti»)