Il parere del critico

Ne sono felicissimo! Intanto perché, amando il cinema (e qui lo scrivo da quasi sessant'anni) tutto quello che si fa in favore del cinema mi trova subito d'accordo. «Senza se e senza ma», come è venuto di moda di proclamare adesso. E poi perché una Festa a Roma, in una città, vale a dire, che non potrebbe essere più adatta per accoglierla, è già, a priori, la garanzia del suo successo più sicuro. Anche perché - è importante sottolinearlo - non è una festa qualsiasi, tanto per festeggiare (ce ne sono ovunque a migliaia), ma è una manifestazione studiata in ogni dettaglio per ottenere due risultati precisi: l'accento sul cinema, in tutti i suoi molteplici aspetti, su tutti i suoi versanti, in armonia con tutte le sue tendenze, espressioni, ricerche, e la possibilità, preparata con intelligenza e con cura, che questo accento trasformi tutto quanto ne discende in un evento: capace di conquistarsi l'attenzione e l'applauso dello spettatore di tutti i giorni, giovani, anziani, adulti, bambini, sia con gusti quotidiani (ma sempre di qualità), sia con le passioni vivaci della cinefilia. Basta ricordare quella che, appena pochi giorni fa, qui a Roma, è stata la Notte Bianca, con il suo impatto meraviglioso. Senza entrare ancora nel merito dei film, in concorso e no, solo osservando le varie voci della Festa e, in parallelo, considerando i vari fruitori cui si rivolgerà, mi sento già di poter dire che, questa somma di eventi, questa molteplicità di luoghi, questa varietà di occasioni, tutte in favore del cinema e di chi lo ama. finirà per costituire, anche di giorno, una lunga Notte Bianca di sette giorni da cui emergeremo tutti soddisfatti e in cui tutti avranno vinto (anche là dove delle sezioni competitive stabiliranno, ma con formule quasi plebiscitarie, chi sarà arrivato prima e che si terrà in collocazioni successive). Tutti vincitori, ma soprattutto vincitore il cinema in anni in cui sembra che gli si preferiscano la televisione e lo sport e che invece - come del resto è già accaduto l'estate scorsa alla Mostra di Venezia - quando serra le sue bandiere, quando chiama a raccolta i suoi seguaci, quando dispiega tutte le sue molteplici attrattive, dimostra di non temere rivali, mobilitando attorno a sé le folle: come negli stadi, come se di fronte avesse delle platee televisive. Negli anni Cinquanta, a Berlino, ho costatato di persona cosa potesse fare il cinema guidato a diffondersi in una intera città: in favore, prima ancora di se stesso, proprio di quella città. Roma di questo aiuto non ha bisogno, così generosamente, felicemente, saprà aiutare il cinema senza chiedergli niente in cambio. Pur ricevendone tutto.