I racconti degli autori
Quando la poesia nasce dalle storie più estremeBellocchio, il cinese Zhuangzhuang e l'americano Steel, rivelano le loro ispirazioni
...».Così, il regista Marco Bellocchio riassume commosso la storia del suo film, che presenterà alla Festa di Roma nella sezione «Extra». Il film è interpretato, tra gli altri, da Donatella Finocchiaro e Pier Giorgio Bellocchio. «Sorelle» sono tre episodi di una stessa storia «girati in tre anni diversi, 1999, 2004 e 2005 e raccontano di una bambina, Elena, della sua crescita — continua il regista —. Il film narra di chi va e di chi resta, di continui ritorni e ripartenze dal paese natio e dalla vecchia casa di famiglia. Un giorno, la mamma di Elena decide di portare a vivere con sè a Milano la figlia e da lì si evidenzia tutto il difficile rapporto familiare. Per comodità ho girato a Bobbio, nella stessa casa de "I pugni in tasca": è perfetta, il tavolo su cui mangiano Elena e Sara è lo stesso su cui ho mangiato anch'io da bambino». Tra i raffinati film scelti per il concorso spicca invece quello di Zhuangzhuang, «The Go Master» (Il campione di Go), nel quale il regista racconta la vita di Qyngyuan, nato in Cina come il regista, ma vissuto in Giappone per diffondere questo gioco da tavolo. «Mi piaceva davvero quel vecchio che aveva trascorso un'intera vita alla ricerca di qualcosa — ha spiegato Zhuangzhuang —. Percepivo una solitudine nel suo cuore, ero commosso da tutto quello che aveva passato. Una partita di go è una delle cose più difficili da filmare e un incontro può durare anche due o tre giorni. Il racconto riflette inevitabilmente i cattivi rapporti che intercorrevano tra Cina e Giappone nel XX° secolo, è la storia del più grande giocatore di go, l'equivalente orientale degli scacchi». Se Alessandro Angelini, al suo primo lungometraggio con «L'aria salata», in concorso alla Festa di Roma, narra di un giovane educatore (Giorgio Pasotti) in un penitenziario dove incontra suo padre tra i detenuti, l'americano Eric Steel descrive il mondo agitato e estremo di San Francisco. «In "The Bridge" (presentato tra gli eventi) è un rapporto stimolante e senza remore sui suicidi dal ponte del Golden Gate di San francisco — ha spiegato il regista, un creativo della Walt Disney Pictures —. Il numero delle persone che scelgono di porre fine alle loro vite da quel ponte è il più alto di qualsiasi altra località del mondo: è un posto misterioso e magico. Ho anche catturato delle interviste di testimoni ed è assurdo vedere che tutte queste tragedie avvengono in un posto perfetto da cartolina e in un'arteria pulsante di vita. "The Bridge" è un documentario profondo e poetico, un viaggio visivo e viscerale in uno dei più seri tabù della vita». D. D.