Io e Falcone uniti per sempre
L'attrice, profondamente emozionata, ricorda come si è calata nella parte della donna uccisa insieme al marito nell'attentato di Capaci del maggio del 1992. E svela particolari commoventi della sua partecipazione alla fiction interpretata da Massimo Dapporto nel ruolo del giudice siciliano. Oltre naturalmente ad anticipare i prossimi impegni futuri. Ci racconta come si è preparata ad impersonare un personaggio di cui non si conoscevano molti elementi della vita privata? «Inizialmente non dovevo essere io ad interpretare Francesca Morvillo, perciò ho dovuto, in breve tempo, realizzare una vera e propria full immersion nel personaggio per essere all'altezza del compito. Preso atto che non c'erano immagini della signora Morvillo, mi sono ispirata ai racconti ed alle testimonianze di chi la conosceva e le stava vicino ed alle poche foto contenute nel libro di Francesco Lalicata. Ce n'era una in particolare in cui sorrideva e che è stata la mia guida durante tutte le riprese. Sapevo che il mio compito era difficile, ero consapevole di dover essere credibile, avevo bisogno di coraggio e di forza. Allora oltre a fare appello a tutti i miei cromosomi palermitani, dato che ho avuto un nonno palermitano, ho preso la foto di Francesca e me la sono messa nella borsetta. La portavo sempre con me e pregavo che fosse proprio lei ad inculcarmi l'energia necessaria per raccontarne la storia ed entrare in punta di piedi nella sua esistenza». Quali tratti di Francesca Morvillo l'hanno colpita in particolare? «C'è una sua frase che mi ha fatto rabbrividire per l'emozione: quando dice di essere consapevole di aver scelto di vivere accanto ad un morto che cammina. Ma aggiungeva di essere felice di condividere con il marito la buona e la cattiva sorte». Certamente la scena più difficile da girare sarà stata quella dell'attentato in cui Francesca ed il marito furono uccisi. «Quel che mi faceva letteralmente sobbalzare il cuore era la consapevolezza che stavamo girando scene finte che erano invece drammaticamente accadute. Sono stati realizzati molti effetti speciali negli studi della Videa, per rendere tragicamente realistica tutta la dinamica dell'attentato. La fiction è stata girata tra Roma, Trapani, Palermo, Erice. Ed a rendere ancora più drammatiche le riprese si è aggiunta la morte di Andrea Frazzi, uno dei due fratelli registi. Andrea si era allontanato dal set con il pretesto di curare l'anziana madre malata. Era lui invece ad essere drammaticamente malato». Dove è stata girata la scena dell'attentato? «In un tratto dell'autostrada vicino Viterbo chiusa al traffico. Abbiamo rivissuto quel giorno di maggio del 1992 cercando di frenare le lacrime dagli occhi». Come è stata strutturata la fiction? «La prima puntata inizia con le indagini sull'attentato, in un'atmosfera da vero giallo. Ci si sofferma successivamente sull'incontro tra il giudice siciliano e Francesca Morvillo e sull'inizio della loro grande storia d'amore che si intreccia, con lo scorrere degli eventi, ai fatti politici e sociali italiani ed all'evoluzione della carriera di Falcone. La sceneggiatura a cui ha collaborato Francesco Lalicata è di grande impatto emotivo e le musiche di Ennio Morricone sottolineano con grande delicatezza uno dei drammi più sentiti della nostra storia recente». Lei è su Canale 5 con «I Cesaroni». E tra breve la vedremo anche in Caravaggio ancora su Raiuno. «Amo cambiare ruoli, passando dal serio all'ironico. Ma l'esperienza della fiction su Falcone resterà indelebile nel mio cuore».