«A Subiaco la stampa moderna prima di Gutenberg»

Quella italiana, nell'abbazia benedettina di Subiaco, in provincia di Roma, arrivò cinque anni più tardi e non può dunque ambire al primato appena tolto a Magonza nell'arte tipografica a caratteri mobili. Anche se alla città tedesca il piccolo centro laziale ha comunque sfilato un altro scettro internazionale. «Sì, il primato mondiale relativo al più antico riferimento storico che documenta l'uso della stampa a caratteri mobili, detenuto fino ad ora da un libro edito a Magonza nel 1468, mentre il Lattanzio sublacense è del 1465, per il quale si usò il primo torchio tipografico costruito in Italia», ha annunciato il professor Bruno Fabbiani, il docente di analisi, controlli e standardizzazioni dei processi di stampa al Politecnico di Torino che da anni tiene l'opera di Gutenberg "sotto torchio", smontandone pezzo dopo pezzo il celebrato mito dell'inventore della stampa. «Che la bibbia del Gutenberg sia una stampa a blocco unico su piombo e non a caratteri mobili l'abbiamo ormai acclarato anche dai riscontri negli archivi vaticani - ha aggiunto il docente piemontese nel corso di una conferenza tenuta proprio nell'abbazia benedettina laziale- anche se a lui si devono sia il torchio che la nuova formulazione degli inchiostri. Due importantissime innovazioni, di cui si è poi servito il notaio Johan Mentelin, ben più dotato di mezzi finanziari, per avviare la stampa di una bibbia a Strasburgo nel 1460, cui va riconosciuto il primato». E da autentico perito di tribunale specialista in sistemi di anticontraffazione e antifalsificazione, Fabbiani ha poi illustrato anche «i ritocchi effettuati nel 1940 dalla Germania nazista in occasione del quinto centenario dell'opera di Gutenberg per consacrarne il mito, dimenticando che le immagini originarie erano già state diffuse in precedenza».