Il saggio

di SALVATORE SETTIS LA mostra che nel cuore di Roma si propone di raccontare la Nascita di un impero, quello cinese, invita per il tema e il luogo a un confronto fra la storia che essa ripercorre e le vicende di un altro impero, quello di Roma. Se provassimo ad articolare questo parallelo sul piano storico, giuridico e istituzionale, le differenze sarebbero assai più numerose e marcate delle somiglianze (...). Eppure, la tentazione, e in certo senso la necessità, di una comparazione fra la Cina e Roma aleggia da molto tempo. Pochi hanno saputo suggerirlo con efficacia comparabile a una pagina di sir John H. Plumb: «È sorprendente che in questa nostra epoca di storia comparata gli storici si siano impegnati così poco nel confronto fra i due grandi imperi dell'età del Ferro: i due più formidabili, più compiuti, più sofisticati che il mondo preindustriale abbia conosciuto. Roma crollò a Occidente e venne lentamente spegnendosi a Bisanzio ma la Cina sopravvisse fino al cataclisma che ne spazzò via le strutture nel secolo XX. Come mai Roma dovette soccombere ai barbari e invece la Cina seppe assorbire i propri? Come mai la storia si sviluppò in Europa come uno strumento per spiegare il presente mentre in Cina ebbe sempre un fine morale e didattico? Studi comparativi su questi temi aiuterebbero a infrangere l'assurdo eurocentrismo del nostro abituale approccio alla storia» (...). Si intrecciano in questa pagina i due possibili registri di un confronto tra Roma e Cina: la comparazione fra le società, la struttura e la vita intellettuale dei due imperi e quella, più interessante (e meno frustrante) fra le due scie di memoria che essi hanno lasciato dietro di sè, nella tradizione cinese e in quella europea.