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Stampa Usa: addio, agitatriceMonsignor Fisichella: all'ultimo mi ha stretto la mano guardando il cielo

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È morta da atea cristiana guardando il cielo». La rivelazione è di monsignor Rino Fisichella, rettore della Pontificia Università Lateranense, vescovo ausiliare di Roma e cappellano di Montecitorio. Il prelato vantava una consolidata amicizia con la scrittrice fiorentina, tanto da essere uno dei pochi ammessi al capezzale della Fallaci. Due giorni fa, in gran riserbo, monsignor Fisichella ha visitato la giornalista fiorentina nella sua camera della casa di cura Santa Chiara di Firenze, dove la Fallaci è spirata all'1.36 di stanotte. Fu proprio monsignor Fisichella ad accompagnare Oriana Fallaci da Papa Benedetto XVI, durante l'udienza che il pontefice concesse alla scrittrice il 27 agosto 2005, nella residenza papale estiva di Castelgandolfo. La notizia dellamorte della Fallaci ha raggiunto il presidente del Consiglio Romano Prodi a Shangai. «Ho partecipato al dolore, avevo avuto anche nei giorni scorsi notizie della vicinanza della fine», ha detto Prodi. «Devo sottolineare - ha aggiunto il presidente del Consiglio - che molte delle analisi degli ultimi libri non mi trovano d'accordo, però sono sempre state analisi acute che ci hanno obbligato a pensare. Ma ora credo si debba soprattutto pensare al cordoglio e alla partecipazione al dolore». «Con Oriana Fallaci scompare una donna straordinaria, oltre che una grande giornalista, che non ha mai rinunciato alla sua libertà di pensiero, anche quando le sue parole rischiavano di apparire scomode o addirittura temerarie». è stato invece il commento dell'ex presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, appresa la notizia della morte di Oriana Fallaci, ha inviato ai familiari un messaggio di intensa partecipazione al loro dolore, nel quale si legge: «Scompare con Oriana Fallaci una giornalista di fama mondiale, autrice di grandi successi editoriali, appassionata protagonista di vivaci battaglie culturali, ammirevole nella strenua lotta contro il male che l'aveva colpita». La stampa di tutto il mondo ricorda oggi Oriana Fallaci, giornalista e scrittrice che ha sfidato i leader di tutto il mondo nelle sue interviste e, negli ultimi anni, ha fronteggiato le critiche di molti per la sua battaglia contro il radicalismo dell'Islam. «The Agitator», «L'agitatrice», è il titolo dell'articolo del «New York Times» che sottolinea, tra le molte, le interviste della Fallaci con Henry Kissinger, Yasser Arafat e l'ayatollah Khomeini ai quali ha rivolto «domande abrasive e provocatorie. Il suo modo di condurre interviste era volutamente irritante. La Fallaci affrontava ogni incontro con studiata aggressività, facendo frequenti riferimenti all'esistenzialismo europeo e disarmando i suoi interlocutori con domande sfacciate sulla morte e su Dio». Le interviste ai leader del XX secolo sono citate anche dal «Washington Post». «La Fallaci ha discusso con il palestiese Yasser Arafat e provocato il segretario di Stato americano Henry Kissinger paragonandolo ad un cowboy. Si è anche tolta lo chador davanti all'iraniano Khomeini».

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