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Baglioni: «Fiorello, ti aspetto a Lampedusa»

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Il cantautore spera di avere lo showman a «O'Scià»

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Purtroppo lui non ama volare. Ma chissà che non ci faccia una bella sorpresa». Claudio, Baglioni confida anche nella partecipazione dell'amico siculo "Sasà", per la quarta edizione di «O'Scià» (acronimo di odori, suoni, colori d'isole d'altomare), che si svolgerà il 28, 29 e 30 settembre sulla spiaggia della Guitgia a lampedusa, oltre ai tanti che hanno già dato la loro disponibilità come Giorgio Panariello, Cochi e Renato, Neffa e Raf. Il cantante con questa manifestazione ha raccolto il testimone da un altro grande della musica italiana, Domenico Modugno, per cercare di richiamare l'attenzione su questo sasso in mezzo al mare dove tutto è difficile. Dove è difficile vivere. Vicino all'aeroporto c'è il centro di prima accoglienza dei disperati alla ricerca della terra promessa. Incontenibile Baglioni. Claudio che va a Bruxelles, poi attracca a Lampedusa, e torna in studio per preparare un nuovo disco di cover anni '60 e '70: Baglioni che debutterà con una nuova tournee a Rieti, il prossimo 29 ottobre e approderà nella capitale il 19 dicembre al Palalottomatica. «O'Scià vuol dire fiato mio, respiro mio neldialetto di Lampedusa e delle Isole Pelagie; da quelle parti è quanto di più affettuoso si possa dire al prossimo, alla propria compagna, a un padre o a un amico». Non si stanca di ripeterlo Claudio Baglioni mostrando un entusiasmo ed una che lo ha portato a mettere in piedi un evento curioso. «Non c'è ancora una scaletta definita - continua Baglioni - si sta magari tutto il giorno sul palco a provare, ad inventare il modo di conoscersi attraverso la musica. E se il pomeriggio davanti al mare ci sono circa quattromila persone a prendere il sole, la sera c'è modo di offrire ai circa dodicimila spettatori del concerto gratuito, qualcosa di inedito e fuori dagli schemi. L'unica cosa certa del concerto è il gran finale. Canteremo tutti insieme "Nel blu dipinto di blu". Vorrei lasciare - conclude baglioni - un mondo migliore di come l'ho trovato. Chi ha il privilegio di avere una carriera di lungo corso può e forse deve concedersi il lusso di essere attivo anche in settori diversi dal proprio lavoro. È una riflessione che sono stato spinto a fare dopo un incontro con Peter Gabriel. E poi respingo l'idea che l'artista debba necessariamente coincidere con l'uomo. Negli anni '70 ho sofferto molto perchè era obbligatorio identificare l'impegno delle canzoni con l'impegno dell'uomo. Non è così: il cantante, l'artista, può essere un visionario e non per questo essere meno incisivo nella vita degli altri. Chi l'ha detto che se uno canta una straordinaria canzone d'amore non aiuta a riflettere sull'immigrazione clandestina?».

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