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Festival delle Nazioni a Città di Castello

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Musica e balli, tutta la magia della Repubblica Ceca

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Secondo una consolidata linea anche la XXXIX edizione del Festival delle Nazioni si è mossa sul binario tematico. Del resto il Paese quest'anno prescelto dal Festival umbro, la Repubblica Ceca, si raccomanda non solo ai nomi di Dvorak e Smetana, ma anche alla centralità di Praga, la città magica, come capitale culturale europea. Tanto da ospitare ad esempio con successo la prima assoluta del Don Giovanni di Mozart (1787). Così tra i molti appuntamenti di Città di Castello ecco spuntare una antologica autobiografia di Lorenzo Da Ponte raccontata a raffica con disarmante disinvoltura da David Riondino musicalmente assecondato dall' Ensemble degli Illuminati (brani del Quintetto K525 con clarinetto) e dall'eccellente pianista improvvisatore (spesso su temi mozartiani) Stefano Bollani. Più che il librettista italiano di Mozart emerge dalla scelta dei passi la figura dell'avventuriero. Più in tema e più interessante invece la presenza del Balletto del Teatro Nazionale di Praga ( lo stesso che ospitò il capolavoro mozartiano sopra ricordato) che ha voluto rendere omaggio al più famoso dei coreografi cechi in attività, quel Jiri Kylian da anni ormai saldamente al timone del Nederland Dans Theater. E lo ha fatto con Petite mort, un balletto presentato a Salisburgo nel 1991 ed incentrato sulle opposizioni tra convenzioni inamidate e libera espressione dei sentimenti. Ma non spiacevano neppure le creazioni di Petr Zuska, attuale direttore della compagnia, che nel passo a due con tavolo e sedia obbligate (Les Bras de Mer) racconta ancora un vibrante rapporto di coppia nel movimentato dinamismo della vita moderna. A tratti esilarante infine Marias' Dream dello stesso Zuska, dove la Maria del titolo è nientemeno che la «lunare» Taglioni con i suoi sogni notturni. Qui difatti Sua Levità la Silfide addiviene ad un ribaltamento di ruoli tra i sessi con vigorosi danzatori in tutù all'ordine di una seduttiva vamp in giarrettiere nere sulle musiche leggiere di Pugni per il Grand Pas de quatre di Perrot. Classe e humor a braccetto. E questa sera il Festival delle Nazioni chiude i battenti con l'Orchestra della Toscana.

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