«Alla ricerca del dialogo tra culture»

Da Ventotene, lanciamo un messaggio di pace e amicizia, sperando che possa correre più lontano possibile. Per questo, abbiamo scelto di iniziare con il linguaggio più universale che esista: quello della musica. La mia speranza è che le note di Claudio Baglioni, di Luis Bacalov, di Nicola Piovani e di Danilo Rea siano il preludio musicale a una stagione nuova di dialogo e di incontro tra i Paesi d'Europa e del Mediterraneo: questo è l'obiettivo ambizioso del festival che abbiamo fortemente voluto. La scelta di far partire tutto da Ventotene, naturalmente, non è casuale: come nessun altro luogo, quest'isola appartiene all'Europa e al Mediterraneo. Qui, ormai più di 60 anni fa, Altiero Spinelli, Ernesto Rossi e Eugenio Colorni hanno indicato l'obiettivo di "un'Europa libera e unita". Proprio mentre l'Europa stava vivendo il momento di più profonda divisione della sua storia. L'orizzonte indicato dal Manifesto di Ventotene segna ancora oggi il nostro cammino. Proprio in quanto europeista, sono convinto che gli equilibri economici, politici e sociali si giochino ormai su un tavolo globale. Per questo, insieme all'obiettivo primario di una piena coesione politica, economica e sociale tra i Paesi europei, avverto come un'urgenza non più derogabile quella di far ripartire con forza il processo di integrazione euromediterranea. La nostra lunga storia comune ci dice che il Mediterraneo è stato continuamente scosso da spinte unificatrici e pulsioni disgreganti: la storia mediterranea è fatta di equilibri precari tra omogeneità e divisione. Oggi più che mai, è maturo il tempo per impegnarsi davvero nella creazione di una stabilità duratura in questa grande area. I principi e le ragioni del processo avviato a Barcellona nel 1995 restano ancora validi, nonostante gli insuccessi che hanno segnato la sua storia. Occorre però uno scatto in avanti. Io credo che la nostra regione possa giocare un ruolo fondamentale nel rilancio di questa necessaria azione politica e culturale. Il Mediterraneo è infatti una presenza forte, palpabile, nel nostro territorio. Chi vive nel Lazio non lo considera solo un confine geografico e naturale, ma una via di comunicazione, una cerniera che unisce il sud e il nord dell'Europa. E proprio questo è il senso profondo del festival che inauguriamo con il concerto di Ventotene: un progetto per far incontrare l'Europa e i Paesi del Mediterraneo. Come Presidente della Regione Lazio sono orgoglioso di questa iniziativa. Voglio quindi ringraziare tutte le persone - tante davvero - che hanno reso possibile questo evento. In particolare, voglio salutare i rappresentanti di tutti i Paesi dell'area euromediterranea che hanno aderito a questa proposta d'incontro. Il fatto stesso che Paesi in guerra tra loro abbiano voluto essere presenti, insieme, a questo appuntamento è per noi, di per sé, un grandissimo successo. E voglio ringraziare anche gli intellettuali, gli storici, gli esperti e i comunicatori che ci hanno dato un aiuto prezioso nella costruzione di questo evento. Infine, do qui il benvenuto anche a tutti coloro che vorranno affiancarsi a noi nel corso di questo viaggio ideale intorno al Mediterraneo. Non dobbiamo dimenticare, però, che il nostro è anche un mare tragico: è il mare delle speranze tradite e delle traversate coraggiose. Un mare di morti, dove in 10 anni sono scomparsi 10.000 migranti, in cerca di lavoro e di salvezza. Soprattutto a loro voglio dedicare questo festival: perché questo è il mare tragico che vogliamo contribuire a cambiare. Il Mediterraneo a cui penso non è un luogo della mente, ma uno spazio concreto per l'incontro, dove trovare soluzioni vere a squilibri economici e conflitti antichi. Abbiamo un lungo cammino in comune, davanti. Questo festival vuole segnare un passo decisivo per trasformare il Mediterraneo in un mare di vere opportunità, per tutti. * Presidente della Regione Lazio