Festivalbar in tono minore, trionfa Ligabue
«Vincere questo premio per me ha un valore speciale, perché viene assegnato dalla gente - ha commentato il rocker di Correggio, che aveva già trionfato nel 2002 - Ho iniziato la mia carriera vincendo l'edizione del '90 fra i giovani con "Balliamo sul mondo" e da allora torno sempre con piacere». Nei 43 anni di storia del Festivalbar non c'è mai stato un pareggio, così Gianna Nannini, regina dell'estate con i brani «Io» e «Sei nell'anima» si è dovuta "accontentare" del premio per il miglior album, il triplo disco di platino «Grazie». «Non sono triste per non aver vinto il "Festivalbar" - ha detto la Nannini, che non è riuscita a bissare il successo dell'84 con "Fotoromanza" - Mi sento appagata di essere arrivata prima in classifica con il mio album "Grazie". Oggi non è più una trasmissione tv a decidere se un disco è bello, ma il giudizio e il passaparola della gente. Non ero mai stata così tante volte al numero uno: roba da Beatles». Ligabue tornerà a Verona il 3 ottobre per la prima data del tour teatrale con Mauro Pagani (il 17 novembre a Milano, il 21 a Napoli e il 24 a Roma). «Sarà uno spettacolo completamente acustico, infatti nella prima parte non ci sarà la sezione ritmica: fra le canzoni, "Sono qui per l'amore" che non ho ancora suonato dal vivo e "Sogni di rock'n'roll" in versione blues. A Natale uscirà un dvd che racchiude tutte le esperienze live dell'ultimo anno, dagli stadi ai teatri, e molti contenuti speciali, fra cui canzoni fatte per divertimento solo nei soundcheck». A novembre e dicembre sarà in tour (Milano il 27 novembre, Roma il 3 dicembre) anche Gianna Nannini. «Sono tornata a suonare il violino da autodidatta punk, ma in questi concerti porterò sul palco un autentico quartetto d'archi». È stato il Festivalbar dei grandi assenti. È mancato il pubblico: poco più dell'11 per cento di ascolto medio nelle dieci puntate estive contro il 16 e mezzo dell'edizione passata. E la finale di lunedì ha addirittura dimezzato l'ascolto rispetto all'anno scorso. Erano assenti le grandi stelle: da Eros Ramazzotti a Tiziano Ferro, fino a Neffa, trascurato inspiegabilmente nonostante la sua «Un mondo nuovo» sia da oltre un mese la canzone più trasmessa dalle radio. Fra i grandi assenti anche Zucchero, che preferisce presentare il nuovo disco a «Miss Italia». «La qualità dell'offerta musicale era più scarsa rispetto al passato - si è giustificato l'organizzatore Andrea Salvetti, che ha promesso grandi cambiamenti per il futuro - l'anno prossimo ogni puntata del "Festivalbar" sarà un evento con esibizioni dal vivo e duetti fra i cantanti». Salvetti si è lamentato anche dell'assenza di un tormentone estivo, ma è stato smentito dai 14 mila sugli spalti dell'Arena, che hanno intonato l'immancabile "po-po-po-pooo" davanti a Francesco Totti, presente in prima fila a tifare per la moglie-conduttrice Ilary Blasi. Il coro che ha accompagnato il trionfo dell'Italia ai Mondiali di calcio è il tormentone estivo più clamoroso degli ultimi dieci anni: portare i White Stripes sul palco del Festivalbar a cantare «Seven Nation Army» sarebbe stato un colpo in esclusiva degno degli anni d'oro dello scomparso papà Vittorio Salvetti.