Dibattito alle «Giornate dell'autore»
Come proteggere i cento film italiani più belli
Non solo, ma renderli anche accessibili al grande pubblico, specialmente dei ragazzi delle scuole medie. È questo l'obbiettivo ambizioso e nobile del convegno indetto dalle «Giornate degli Autori», cioè dal Sindacato dei Critici Cinematografici, e guidato dal delegato generale Fabio Ferzetti nella splendida villa anni Cinquanta accanto al mastodonte dell'Hotel Excelsior. Potrebbe sembrare un convegno velleitario, spontaneo, quasi un collettivo d'antan, ed invece racchiude le partecipazioni dei più affilati ingegni specializzati proprio nella salvaguardia fisica, anzi, chimica ma anche giuridica, dei film lasciati andare in rovina dai produttori (che sono i veri aventi diritto delle pellicole, riconosciuti tali dalla legge). Una riunione importante, che affronta uno dei temi più antichi della nostra cultura giuridico-cinematografica: la conservazione dei film, la loro accessibilità ed i diritti relativi. E così, dallo scrittore Roberto Cotroneo al regista Emidio Greco all'avvocatessa Giovanna Cau, nonchè a chi scrive ed a tanti, autorevoli altri oratori, il problema della prevalenza dell'interesse della collettività a fruire dei film come fossero opere d'arte (e che, invece, sono attualmente tenuti nascosti dall'interesse privato di alcuni produttori) è stato al centro del dibattito e dell'attenzione di tutti gli intervenuti. A cominciare dallo Stato e dai suoi rappresentanti, come Gaetano Blandini, direttore generale del Cinema al Ministero dei Beni Culturali: «Voglio fare al più presto un cronoprogramma del lavoro che ci aspetta - ha detto Blandini, per il quale- si dovrà terminare la raccolta delle adesioni, creare al ministero un tavolo tecnico con gli avvocati e la Siae per discutere la questioni dei diritti, ed uno scientifico per iniziare a selezionare i film. Più in là si potrà aprire anche un terzo tavolo con i produttori per parlare dei film e del loro sfruttamento in dvd». In sostanza, per il direttore generale del cinema l'obbiettivo dell'iniziativa riguarda «il consentire a tutte le cineteche di potere usare le copie in loro possesso a scopo didattico» così come «la riorganizzazione del pubblico registro cinematografico, che così com'è (presso la Siae ndr) non funziona». Un impegno che in questa direzione non ha precedenti, e che fa ben sperare per la positiva conclusione dell'annosa questione. Più film per tutti. Poi, la passerella del film serale «Children of men» di Alfonso Cuaròn incombe, così com'è immanente lo sbarco al Lido di Valeria Marini (ieri la mora Arcuri, oggi la bionda Valeria... E le rosse?). Il sinodo si scioglie, ma con le idee molto più chiare di com'era iniziato. Da oggi, gli amanti dei classici del cinema italiano possono stare molto più tranquilli. I loro film preferiti non andranno persi. Forse.