Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Bilancio del Festival Pucciniano di Torre del Lago

default_image

Applausi alla «Tosca» di Veronesi e fischi alla «Turandot»

  • a
  • a
  • a

Intanto, sugli spalti del vecchio teatro costruito sul lago di Massaciuccoli, la stagione in corso — impreziosita anche dalle firme di celebri scenografi e costumisti come Jean Michel Foln, Pietro Cascella e Igor Mitoraj — ha fatto registrare una vera invasione nipponica, forse anche dovuta agli allestimenti di opere dal soggetto orientale, come «Madama Butterfly», «Turandot» e «Jr. Butterfly», partitura, questa ultima, che è una sorta di sequel della stessa Butterfly e narra le vicissitudini del figlio di Ciò-Ciò-San, anche lui vittima dell'impietoso destino accanitosi sulla madre, destino che farà perire la sua compagna, Naomi, per lo scoppio atomico su Nagasaki. Scritta da Shigeaki Saegusa ed eseguita per la prima volta in Europa, la partitura vanta un certo livello qualitativo ed è stata molto applaudita, così come l'esecuzione di «Madama Butterfly», per la quale, tuttavia, è da dire che non tutto è andato nel migliore dei modi. Bagnata, infatti, da una pioggerellina insistente, la prima delle due recite in programma — alla quale presenziava l'ambasciatore del Giappone, Yujyi Nakamura — è stata sospesa durante il secondo atto; ma era già stato possibile apprezzare buona parte dell'ottima, tramite la sensibile direzione orchestrale di Roberto Zarpellon e la pregevole vocalità della compagnia, ivi inclusi i componenti del coro, la cui parte femminile proveniva da Sakai City. Tra i protagonisti, Keiko Yokoyama e Massimiliano Pisapia, che hanno contribuito alla conferma delle qualità già emerse nella sfortunata prima. Meno perfetta, poi, la messinscena di «Turandot», l'opera "cinese" che Puccini lasciò incompiuta. La protagonista della replica del 5 agosto, Doina Dimitriu, è stata infatti contestata ferocemente dal pubblico anche a scena aperta, per le numerose sbavature della sua vocalità. Mentre senza mordente è apparsa la direzione di Carmine Pinto. Assai meglio, di contro, le recite dirette da un Claudio Scimone particolarmente ipirato e con Anna Shafajnskaja. Sono invece da considerare pressocché da manuale gli altri due allestimenti in programma, «Tosca» e «La bohème», diretti alla grande, rispettivamente, da Alberto Veronesi (che bacchetta, la sua!) e da Julian Kovatchev, nonché interpretati da validissime compagnie. Per chiudere la stagione, bisognerà soltanto attendere, in ottobre, l'esecuzione de «La fanciulla del West» a Montecarlo, che avverrà poco dopo la chiusura della mostra, aperta fin dal 15 luglio, allestita nei saloni viareggini di Palazzo Borbone e dedicata a Puccini ed al suo sodalizio con il pittore Galileo Chini, autore delle scene per la prima assoluta di «Turandot». Nel cartellone del 2007, con altre opere tra le più importanti del genio pucciniano, il Festival proporrà anche il ritorno de «La rondine», espressione tra le più suggestive della produzione pucciniana, anche non molto accettata da una parte della critica.

Dai blog