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Osama pazzo di Whitney Houston

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E Whitney Houston. Accadeva una decina di anni fa, prima che l'ex gaudente saudita si facesse venire il ghiribizzo di tormentare il mondo intero. Stando alla sua ex «schiava del sesso» Kola Boof, che a giorni manderà alle stampe l'autobiografia "Diario di una ragazza perduta", prima ancora di pianificare l'attacco all'Occidente, Bin Laden progettava un omicidio mirato: quello del rapper Bobby Brown, marito della superstar della musica nera. Spiega Boof: «Lui mi disse che Whitney era la donna più bella che avesse mai visto. Decantava la sua bellezza, il suo bel sorriso, la sua sincera fede musulmana. Sosteneva che la Houston aveva subìto il lavaggio del cervello da Brown e dalla cultura americana. Per lei giurava di nutrire nobili sentimenti». Non restava che mandare un paio di scagnozzi negli Usa, far fuori quel tipaccio e poi impalmare la cantante, offrendole un posto privilegiato nell'harem. Era il 1996, e Osama se la godeva lontano dalle grotte del Warizistan dove langue di questi tempi. Capitò in un un resort di Marrakesh dove avevano già alloggiato Winston Churchill, Mick Jagger, Diana & Carlo. Lì rimorchiò l'allora modella sudanese Kola Boof, e all'inizio si comportò in modo galante. Tanto che lei amava preparargli manicaretti a base di formaggi e salumi: poi, quando gli saltava la mosca al naso, lo sceicco la trattava come un'animale da monta, negandole ogni chance di farsi da parte. Non contento, le raccontava di come la Houston lo attraesse più delle Torri Gemelle: quanto alla musica rock, la detestava. «Ma qualche volta, mentre i suoi amici ascoltavano i B-52, mi chiedeva di ballare come se io fossi una bionda caucasica». La povera Boof dovette attendere che lui si stancasse del gioco, e dopo l'11 Settembre, riscopertasi poetessa e scrittrice, raccontò il suo triste passato a tv e giornali americani. Per contraccambiare, un tribunale religioso di Khartoum emanò contro di lei una "fatwa", una condanna a morte per tradimento della patria e dell'Islam. E Kola dovette far abbandonare la scuola a suo figlio, sospettato di essere frutto della relazione forzata con il superterrorista. Il quale, se davvero si fosse incomodato a togliere di mezzo Brown, oggi si troverebbe alle prese con un problema non lieve, tra i molti che già lo affliggono. Perché la Houston, passato il momento d'oro della sua carriera, è precipitata in un pozzo senza fondo. Le ripetute violenze e i tradimenti del consorte, più volte finito in gattabuia, e sopratutto la dipendenza dall'alcool, dal crack e da ogni sorta di droga pesante, hanno ridotto la donna più desiderata del pianeta a una larva priva di lucidità mentale. Mesi fa i paparazzi l'hanno fotografata nella sua casa ridotta a un tugurio maleodorante, dopo che la cognata aveva lanciato l'allarme, temendo che Whitney finisse vittima di qualche overdose. Quel che è peggio, secondo indiscrezioni mai smentite, la cantante sarebbe affetta da un tumore al cervello. A pregare per un suo recupero sono le colleghe ora sulla cresta dell'onda: Mariah Carey, Mary J.Blige, Anastacia, Beyoncé. E forse, nel segreto della sua tana, lo scomodo fan Bin Laden. Attenzioni ancor meno gradite sono quelle che la mafia russa intende riservare a Madonna, in occasione dello show moscovita del suo "Confessions tour". Lady Ciccone e i figli Rocco e Lourdes sono stati infatti minacciati di rapimento da parte delle vodka-gang. La star, tuttavia, non intende rinunciare al suo concerto. Secondo i tabloid inglesi, il "movente" sarebbe ancora la controversa scena della crocifissione che i gangster non vorrebbero vedere su un palco di Santa Madre Russia. Detto così, sembra il più lunare dei pretesti, ma non si sa mai. Così, il marito Guy Ritchie ha chiesto il raddoppio delle body-guard attorno alla moglie, che pare abbia reagito in modo «coraggioso e non-chalant». Senza sottovalutare nulla e nessuno. Per piantare una grana ai divi del pop non serve un Osama o la Piovra, basta un pazzo qualsiasi. Come non fece in tempo a sapere John Lennon.

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