Il ricordo

Sceneggiatore, regista, uomo di spettacolo, ma soprattutto un grande umorista. E noi abbiamo avuto la fortuna per tanti anni di poter godere delle sua ironia nella sua rubrica settimanale. Un impegno che prendeva con grande serietà. Ricordo l'imbarazzo quando, soprattutto agli inzi della collaborazione, chiedeva un giudizio, voleva sapere se avevamo trovato gradevole il suo scritto. Poteva sembrare una domanda retorica. Migliaia di persone avevano riso delle sue battute, dei film da lui sceneggiati. Non era più tempo per esami. Invece Pipolo era fatto così, tremendamente serio nell'impegno che aveva preso con noi. Il suo articolo arrivava puntuale, mai un ritardo, sempre con il numero delle battute richieste. Sempre con uno spunto ironico tratto dalla vita di tutti i giorni capace di regararci un sorriso. E così si è sviluppato un legame profondo tra il famoso umorista e Il Tempo. Un legame non solo professionale, ma profondamente umano. Non aveva mai mancato di essere presente nelle manifestazioni da noi organizzate, come ci aveva voluto presenti nelle occasioni in cui era lui il protagonista. Così negli anni si è instaurato un legame profondo. Da qualche tempo non arrivavano più le sue telefonate e i suoi scritti. E questo, con lui sempre così puntuale, era il segno che qualcosa di grave stava accadendo. Quante volte il suo numero è rimasto incompleto nella tastiera del telefono. La spinta a chiamarlo era bloccata dalla paura di non trovare dall'altra parte il Pipolo che conoscevamo. Il suo sarcasmo, la capacità di scherzare con la vita. Chissà forse a lui avrebbe fatto piacere. E ora che non c'è più questo è il rimpianto. Avremmo potuto dare qualcosa a lui che invece tanto ci ha dato. E che continuerà a regalarci con la sua opera.