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Il figlio Federico Moccia

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«Era felice del mio successo. Gli dedicherò un libro»

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Proprio per tale caratteristica aveva voluto intitolare la sua rubrica che firmava su Il Tempo, "Il lato buffo". E questo aspetto della sua personalità ha rappresentato per me una formidabile e costante lezione di vita». Federico Moccia, figlio di Giuseppe Moccia, in arte Pipolo, così ricorda il padre, al quale, ricorda, lo legava un profondo affetto non solo dal punto di vista paterno. «Mio padre sapeva essere per me contemporaneamente un amico ed un padre in grado di affrontare grazie ad una battuta, ad una risata, ad una frecciatina ironica ed intelligente, le più grandi difficoltà dell'esistenza. Un dono non concesso a molti, che lui ha sapientemente amministrato durante la sua vita privata e nel corso della sua lunghissima carriera professionale». Il dolore di Federico Moccia tenta di stemperarsi nella certezza che da adesso in poi la memoria del suo grande padre non lo abbandonerà più. «A lui vorrò dedicare il mio prossimo libro» svela infatti, sottolineando come negli ultimi mesi abbia a sua volta abbandonato il proprio lavoro per essere più vicino al genitore sofferente. Il giovane Moccia, assurto ad un clamoroso successo prima con il libro e successivamente con il film omonimo "Tre metri sopra il cielo", racconta: «mio padre era orgoglioso di quanto stavo realizzando, anche se inizialmente temeva che potessi montarmi la testa e si sentiva quasi obbligato a preoccuparsi per me. Quando ha visto scongiurato questo pericolo, mi ha seguito nella mia attività, standomi vicino con discrezione, con affetto, ma soprattutto con un grande rispetto per la mia attività. Certo mi sarebbe piaciuto, a livello immediato dedicare a lui il prossimo film "Ho voglia di te", tratto dal mio secondo libro dallo stesso titolo, che rappresenta il seguito ideale di "Tre metri sopra il cielo". Ma non sono io il regista della pellicola le cui riprese inizieranno il primo di settembre con il medesimo cast, e con una nuova protagonista femminile in fase di definizione. A lui voglio invece dedicare la mia prossima fatica letteraria, pensandola bene e scrivendola tenendo presente la sua grande personalità, come uomo, come padre e come artista».

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