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Nel '43 il nodo dei confini rinviò tutto alle armi

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I primi due incontri avvennero a Mosca, nell'agosto-settembre 1939, per la firma del Patto di non aggressione e la delimitazione delle sfere di influenza: inconcludente il terzo incontro nel novembre 1940, a Berlino. Secondo l'autorevole scrittore e storico militare inglese, Sir Basil Liddell Hart, ci fu un quarto incontro, segreto, a Kirovograd, nel giugno 1943, apparentemente per accertare la possibilità di una soluzione del conflitto russo-tedesco, che aveva già provocato milioni di vittime. L'indiscrezione su questa «avance» fu fatta filtrare deliberatamente da Mosca, per significare agli anglo-americani che l'Urss era sempre in grado di trovare un accomodamento con Hitler. Perché Stalin autorizzò il fidatissimo Molotov a sondare le intenzioni dei tedeschi? Che cosa aveva in mente il signore del Cremlino? Sempre diffidente e guardingo, Stalin un sospetto lo aveva covato: che inglesi e americani (i primi più dei secondi) volessero ritagliarsi il ruolo di spettatori, mentre russi e tedeschi si dissanguavano in una guerra feroce. L'Unione Sovietica, attaccata da Hitler il 22 giugno 1941, aveva vacillato, eppure era riuscita a sopravvivere. Ma a quale prezzo! L'Armata Rossa aveva perduto due milioni e mezzo di uomini, 22mila cannoni, 18mila carri armati, 14mila aerei. L'accorrere delle divisioni siberiane, a Occidente degli Urali - grazie alla neutralità del Giappone - aveva salvato Mosca in extremis: un precoce, crudissimo inverno aveva fatto il resto. Il 28 giugno 1942, la Wehrmacht era ripartita, puntando sul Caucaso e in direzione di Stalingrado. Parti importanti dell'Armata Rossa si erano dissolte e la popolazione civile aveva pagato un nuovo tributo di sangue. Fu in questa situazione critica che Churchill volò a Mosca, per il primo incontro con Stalin: un esordio a dir poco burrascoso, perché il dittatore georgiano arrivò al punto di accusare gli Alleati di codardia. A un accigliato Primo Ministro inglese, Stalin chiese in modo provocatorio: «Quando vi deciderete a combattere seriamente i tedeschi?». L'apertura del «secondo fronte», per distogliere dal fronte orientale il maggior numero possibile di divisioni tedesche, era essenziale. Ma, nei colloqui di Mosca, fu del tutto evidente che gli Alleati non erano ancora pronti. Il Maresciallo Archibald Wavell, che aveva accompagnato Churchill, con britannico humor compose una ballata: «O principe del Cremlino/ ti dò un bell'addio/ Ho trattato con gente peggiore di te/ Non ti andava giù, ma te lo sei preso/ Niente secondo fronte nel 1942». Sia pure a denti stretti, Stalin dovette rassegnarsi. Ma quando, anche nel 1943, il «secondo fronte» non venne aperto, il Signore del Cremlino decise di intimidire gli Alleati. A Stalingrado, è vero, la trappola si era richiusa sulla Sesta Armata di von Paulus e il Caucaso era stato sgombrato dai tedeschi. Ma, con uno sforzo disperato, la Wehrmacht si era riportata quasi sulla stessa linea dalla quale era partita nell'estate precedente. Per cui l'Alto Comando di Hitler cominciò a considerare e Stalin a contemplare con apprensione, la possibilità di una nuova offensiva tedesca in grande stile. Per il dittatore georgiano era troppo. A che gioco stavano giocando gli anglo-americani? Scrive Sir Basil Liddell Hart: «A questa incertezza di fondo è forse dovuto un significativo interludio diplomatico che ebbe luogo prima che scoppiasse la battaglia. In giugno Molotov si incontrò con Ribbentrop a Kirovograd (Ucraina), in quel momento 15 chilometri al di qua delle linee tedesche, per esaminare quali possibilità esistessero di porre fine alla guerra. «Secondo ufficiali tedeschi che presero parte all'incontro in qualità di consiglieri tecnici, Ribbentrop proponeva come principale condizione di pace che la futura frontiera della Russia corresse lungo il Dnepr, mentre Molotov non si diceva disposto a prendere in considerazione alcuna soluzione che non prevedesse il ripristino delle fronti

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