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Monica Guerritore debutta dietro la macchina da presa

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«Divento regista per un thriller»

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Dopo aver dato il volto a tante eroine della storia e della letteratura, da madame Bovary a Giovanna D'Arco, sino a Margherita Gauthier, Monica Guerritore firmerà la sua prima regia cinematografica con il film "L'assassinio della contessa Trigona", ispirato ad un caso di cronaca descritto in un libro di Cinzia Tani. Ma sono ancora tanti altri i progetti professionali dell'attrice che si divide tra cinema, teatro, fiction televisiva. Sgnora Guerritore, quale molla l'ha spinta a cimentarsi anche nella regia per il grande schermo? «Sono stata affascinata da questo intenso caso di cronaca che ho ricostruito attraverso tutti gli atti del processo. Il film racconterà l'omicidio della zia dello scrittore Giuseppe Tomasi di Lampedusa, trovata uccisa in un alberghetto della stazione Termini. L'assassino tenta a sua volta di uccidersi. È un fatto denso di risvolti psicologici ed umani al quale ho lavorato con passione e che voglio portare sul grande schermo. Le riprese dovrebbero iniziare nel prossimo mese di marzo. Ma non è questo l'unico progetto per il cinema. Sarò anche la protagonista si una pellicola la cui regia dovrebbe essere dei fratelli Cohen, dal titolo "Il gallo è morto". Anche questa è una storia affascinante, perché racconta come una donna, brutta ed insignificante riesca con tutte i mezzi, leciti ed illeciti, conquistare un uomo dal grande appeal che non pensa neppure minimamente a lei. L'uomo alla fine sarà suo, ma a quale prezzo! Lo si vedrà soltanto alla fine della storia». Intanto ha da poco concluso le riprese di una fiction per Raiuno, "Exodus" in cui interpreta un altro intenso ruolo femminile. «Calarmi nel ruolo dell'eroina di "Exodus", Ada Sereni, è stato molto difficile, ma gratificante, perché ho dato il volto ad una donna apparentemente fragile che è riuscita a salvare da morte sicura migliaia di ebrei persseguitati, mettendosi sulle tracce del marito scomparso. Mi ha convinto ad interpretare la Sereni la forte spinta verso la giustizia che si respira in ogni suo atto, in ogni suo gesto. Lei da la vita per chi è dalla parte rischiosa della Storia. Potrebbe essere chiunque, una donna palestinese anche. È questo il ruolo di un attore, sempre e comunque: dare un messaggio positivo, comunicare la possibilità di superare ogni difficoltà».

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