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Discorde la critica

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Germania, più noia che sdegnoUn sondaggio svela: i cittadini tedeschi giustificano la reticenza del Nobel

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E un sondaggio svela che i cittadini tedeschi capiscono le ragioni che hanno spinto Grass a non parlare del suo passato di SS. «Sfogliando la cipolla» per ora divide la critica sul giudizio da dare all'opera controversa di uno scrittore ormai 79enne che, dopo 61 anni ha deciso di rompere il silenzio sul servizio militare da lui prestato nelle famigerate Waffen SS, le truppe dei fedelissimi di Adolf Hitler, alla fine della seconda Guerra mondiale. Un'esperienza di pochi mesi avvenuta nell'inverno del 1945 all'età di soli 17 anni, che ha acceso e continua ad alimentare un grande dibattito nel mondo culturale e politico tedesco. Il critico letterario Gregor Dotzauer, sul «Tagesspiegel», definisce l'autobiografia di Grass un libro di memorie senza memoria, a causa dell'imprecisione e dei termini molto vaghi con cui lo scrittore racconta alcuni avvenimenti. Il titolo dell'articolo, che tradotto liberamente in italiano suona «Nonsodove, nonsopiuchi», è una chiara allusione alle domande senza risposta che secondo Dotzauer riempiono le pagine del libro. La lista è piuttosto lunga: a cosa credevo? Che cosa ho visto? Che cosa cercavo? Grass dice di aver visto, sentito e trovato qualcosa, ma non ricorda cosa, dove, quando o chi. Più che un'autobiografia sarebbe quindi «un enigma ed un dubbio socratico spinto fino alla noia», una vera e propria cipolla dagli strati infiniti che richiede tanto, troppo tempo per essere del tutto sfogliata. «E non bisogna essere un cuoco per sapere quanto a lungo può durare», ironizza Dotzauer. Invece, secondo Matthias Hoenig, anche lui autore di una recensione per conto dell'agenzia tedesca Dpa, «Sfogliando la cipolla» sarebbe «un capolavoro letterario, avvincente nei contenuti, ricco di stile nella forma e vero senza vergogna», nonché un libro che rappresenta molte cose allo stesso tempo, in quanto è sulla guerra e contro la guerra. Molto più moderato è invece lo scrittore e critico Martin Ebel che sulle pagine del quotidiano «Berliner Zeitung» definisce l'autobiografia di Grass come «un percorso a tappe per il ritrovamento di se stesso» attraverso l'avvicendamento di tanti e diversi «io», dal giovane entusiasta inquadrato tra le file del nazismo (un «egomane») all'adulto non conformista e critico nei confronti del potere e delle autorità. Per Ebel il modo di raccontare di Grass lascia spesso col fiato sospeso e fa sì che il passato abbia il sapore del presente. In alcuni passaggi del libro - come la notte che lo scrittore passò nel bosco dopo essere scampato ad un attacco russo che non aveva lasciato altri sopravvissuti nel suo plotone - il lettore prova la paura, le emozioni e i sentimenti del giovane Grass. Le domande certo abbondano nel corso del racconto, ma per Ebel esse sono la distanza e l'inesperienza con cui un 17enne affronta la realtà intorno a se. E per quanto riguarda l'intero dibattito circa lo zelante «giovane hitleriano, devoto fino alla fine» - così come scrive lo stesso Grass - Ebel non ha dubbi: «Il chiasso dello scandalo si estingue, i libri rimangono. Così sarà anche per questo». E intanto la maggior parte dei cittadini tedeschi (54%) si schiera con il premio Nobel Günter Grass, dichiarando di comprendere le ragioni per cui lo scrittore ha taciuto a lungo di avere indossato la divisa delle Waffen SS. In base ai risultati di un sondaggio condotto dall'istituto di ricerca polis/Usuma per conto della rivista «Focus», solo il 38% della popolazione tedesca non capisce perché ha deciso di fare oggi una simile dichiarazione dopo ben 61 anni di silenzio. Tra questi ultimi, gli uomini (60%) si sono dimostrati molto più tolleranti delle donne (48%), così come i giovani sotto i 34 anni (58%) rispetto agli over-55 (49%).

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