Cortona, l'incanto delle stelle
Poi, il 34enne soprano russo Anna Netrebko aveva ammaliato nel suo recital un pubblico convenuto da tutta Europa, e che ormai vede in lei quella sintesi di sublime bellezza e talento che potrebbero farne, nel tempo, una nuova Anna Moffo, tanto più in un'epoca in cui le star della lirica non possono mancare di fascino personale: la Netrebko, come forse nessun'altra tranne Cecilia Bartoli, conferisce credibilità e magia al personaggio della "Traviata" verdiana, non a caso uno dei suoi cavalli di battaglia. Ora Hollywood la corteggia, lei garantisce di aver valutato molte sceneggiature, ma per ora il suo sogno resta cantare alla Scala, e forse in ottobre esibirsi a Roma per la "settimana sanpietroburghese". A Cortona l'avvenente soprano russo aveva mostrato non solo la sua fortissima presenza scenica e la capacità di essere una talentuosa primadonna, ma si era esibita in brillanti duetti e terzetti con il baritono Dmitri Horostovsky e il mezzosoprano Ruxandra Donose. È stato, quello della russa, un revival dei grandi recital lirici a più voci, aperto dalla esibizione di Nina Kotova, direttore artistico del Tuscan Sun Festival come solista nel Concerto per violoncello e orchestra di Dvorak. L'arrivo al Tuscan Sun Festival di Cortona del giovane pianista cinese Lang Lang e di Antonio Pappano alla testa dell'Orchestra da Camera del Covent Garden si presentava invece come l'evento musicale del passato Ferragosto. Sbalzato appena quattordicenne dalla natia Pechino negli Stati Uniti grazie alla vittoria in un concorso per giovani musicisti, Lang Lang ha presto ricambiato la giuria che lo aveva premiato sviluppando una formidabile tecnica pianistica che lo rende ad appena 23 anni uno dei più interessanti virtuosi della tastiera. Molto più complessa e tortuosa la carriera di Antonio Pappano, che nella generazione dei direttori quarantenni può vantare di essere sul podio del più importante teatro d'opera britannico, la Royal Opera House del Covent Garden dove è direttore musicale, ruolo che da un anno svolge anche nella più importante istituzione sinfonica italiana, l'Accademia di Santa Cecilia. L'unico dubbio, semmai, era che quello di Cortona fosse uno scintillante appuntamento di due star della musica classica che suonavano per la prima volta insieme, ma privo di una vera anima. S'aggiunga che al centro del programma si stagliava, temibile, il Concerto per pianoforte K. 453 di Mozart, che in questo 2006, 250° anniversario della nascita, è molto eseguito e troppo spesso alla "routiniére": Lang invece ha mostrato come la musica del compositore possa ancora riservare sorprese. Vivaci e sensitive le dita del pianista scorrevano sulla tastiera con quell'inafferrabile ondeggiare sul tempo - una peculiarità di Lang - per un'interpretazione delicata e struggente, con continui sbalzi d'umore musicale. L'ideale per un pezzo composto da Mozart per una delle sue allieve favorite, appositamente per farla apparire musicalmente brillante fino al capriccio. Dal canto suo Pappano non si è solo limitato ad accompagnare Lang, ma con elastiche scelte di tempo, dinamiche, colori musicali e decisi interventi orchestrali è riuscito a esaltarne la prestazione, attraverso il continuo dialogo tra solista e orchestra. Non senza controllati languori preromantici, Lang e Pappano infatti passavano dalla maniera più edonistica fino a una misurata melanconia, recuperando quella cantabilità che è anche di molta musica strumentale del salisburghese. Il tutto nella cifra di sensibilità e leggerezza, dove la pura dimostrazione della destrezza tecnica non trovava spazio. Perché, come accennato prima, l'altra faccia di Lang, in ombra fin qui, è quella di uno strabiliante virtuoso, come ha dimostrato il suo bis: una Rapsodia di Liszt in una versione di Horovitz dove tutte le difficoltà tecniche più impensate si susseguivano