Barenboim e i suoi giovani per la pace
È questo il messaggio che vuole gridare al mondo l'orchestra West Eastern Divan, creata e diretta dal maestro argentino-israeliano Daniel Barenboim, che ha offerto l'altra sera la Nona Sinfonia di Beethoven alle migliaia di persone riunite nella Plaza Mayor di Madrid, nell'ambito della rassegna «Musica per la pace». Le note di questo vero inno alla fraternità, nell'inusuale atmosfera vibrante e carica di significato della piazza madrilena, sembravano, infatti, risuonare ancora più forti dagli strumenti di un'orchestra che riunisce 89 giovani tra i 14 e i 29 anni, tra i quali 42 israeliani e 26 arabi, tutti insieme per rispondere al grido di dolore delle loro terre torturate dalla guerra. Un'orchestra nata sette anni fa dalla volontà di Barenboim e dell'ormai scomparso intellettuale palestinese Edward Said, simbolo di chi ha sempre creduto che il popolo palestinese e quello israeliano potessero riunirsi, o, almeno, essere seduti assieme per fare musica. Il tour, partito da Siviglia l'8 agosto e che ha incontrato diversi problemi di tipo logistico e burocratico proprio per il carattere particolare e multietnico dell'orchestra, toccherà ora altre città spagnole, proseguendo a Istambul, Bruxelles, Parigi, Colonia, Berlino, Weimar, per concludersi il 1 settembre al teatro alla Scala di Milano e non a Gaza, come era originariamente previsto. Quasi undici mila persone erano presenti in piazza per assistere a un concerto gratuito che, come dichiarato dal suo direttore, voleva trasmettere un messaggio chiaro, gridando che «si può vivere insieme, senza uccidersi l'uno con l'altro, perchè usare la musica per lottare contro la pace non è ingenuo, ingenuo è pensare che il terrorismo l'unilateralità e il militarismo possono essere la soluzione».