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Ultimi ciak per la protagonista di «Family Game»

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Ceccarelli: «La famiglia di oggi? Comunica solo via Internet»

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Alfredo Arciero già sceneggiatore della serie tv «Don Matteo» sta dirigendo gli ultimi ciak del suo secondo lungometraggio, «Family Game», scritto insiene con Marina Polla De Luca, coprodotto da Videodrome con Rai Cinema e giunto alla sua settima e ultima settimana di riprese. La storia è ambientata in una cittadina dell'Italia che produce, dove il quarantenne Vittorio (Stefano Dionisi) ha un buon lavoro (fa il chirurgo in una clinica), una bella moglie (Sandra Ceccarelli), due figli, Martina (Elena Bouryka) e Matteo (Mattia Cicinelli), una casa di prestigio e un profondo senso etico. Ma alcuni meccanismi celati dietro l'apparente serenità della sua famiglia si stanno inesorabilmente inceppando. Martina, la figlia quindicenne, ha seri problemi a scuola con i ragazzi che la prendono in giro per via di un'ambigua amicizia con una sua compagna di classe. Matteo, 11 anni, passa ore di fronte al computer, trovando in un videogioco che simula la vita di una famiglia virtuale un succedaneo alla propria. Lisa, la moglie, è la prima ad avvertire i lievi scricchiolii del nucleo familiare. Tutto il disastro familiare emerge però solo con l'improvviso arrivo di Andrea (Fabio Troiano), fratello trentenne ed ex tossicodipendente del rampante Vittorio, deciso a fare di tutto pur di proteggere la normalità della sua famiglia. Una normalità che nasconde però un terribile segreto. «Il filo rosso del film — ha spiegato il regista Arciero — è lo sguardo del bambino che percepisce il disagio familiare e lo proietta nei suoi video games. Quella che emerge è la famiglia di oggi, un nucleo sano, ma vissuto, che deve essere costruito e in cui nulla, nei rapporti familiari, può più essere dato per scontato». Sandra Ceccarelli si è lasciata prendere dalla forza del suo personaggio: «Non ho nulla in comune con Lisa, non sono moglie nè madre. Ma mi ha colpito nella storia il risvolto drammatico che aiuta a capire la fase precedente di una tragedia familiare che purtroppo capita di leggere sulle cronache, come nel caso di Novi Ligure. Il film mostra come la tranquillità di una famiglia è spesso solo apparente. Si può vivere insieme, sotto lo stesso tetto, ma lontani l'uno dall'altro e la distrazione nelle relazioni interpersonali è uno dei peccati più gravi: nasconde i problemi e ci fa trovare impreparati di fronte a drammi improvvisi e imminenti».

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