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Le domande di Gigi Marzullo

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Si sente il più stimato divulgatore scientifico italiano? «Apprezzo il lavoro che faccio e mi piace che gli altri apprezzino il mio lavoro. Cerco di raccontare in modo semplice e chiaro anche cose complicate. Se si cerca di capire e far capire agli altri forse si raggiunge un risultato sufficiente». Ricorda la sua prima volta in televisione? «A Parigi, sono stato molti anni in Francia. Ho lavorato prima per la radio e poi per il telegiornale». Ha rimpianti? «No. È giusto sempre decidere nel modo giusto. A volte si può decidere anche in modo sbagliato. L'importante è essere in buona fede». Ha qualche rimorso? «No. O almeno non rimorsi che considero importanti». Quale è il suo bilancio professionale? «Non sicuramente negativo. Ho avuto sempre libertà e spazio per esprimermi. Lo faccio da tanti anni e spero di farlo ancora». Che rapporto ha con la sua età? «Un buon rapporto l'importante è essere ottimisti e godere di buona salute. Ha valore l'età anagrafica ma è anche importante come ci si sente». Pensa di essere stato fortunato? «Sono stato molto fortunato». Nel lavoro e nella vita privata? «Esattamente. Sia sul lavoro che per quanto riguarda la mia famiglia e anche per la mia salute. Non posso che essere soddisfatto e trarne un bilancio assicuramente positivo». Perché ha cominciato a interessarsi di scienza in televisione? «È stato un caso. Spesso nella vita avviene così. Conducevo il telegiornale delle 13.30. E poi con alcuni miei colleghi cominciammo a redarre alcuni servizi. Missioni lunari e nel mondo della ricerca. Da allora ho cominciato». Come padre pensa di essere? «Esattamente come tutti i padri. Ogni genitore a dei meriti e fa degli errori. Penso di essere un uomo ed un padre aperto». Come marito? «A volte assente ma con valori e legami profondi e forti». Ha qualche paura? «Come tutti e mi misuro con le mie paure». È contento della sua stagione di vita? «Sì. Mi si consente di fare cose che desidero fare».

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