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Roxy Music, non basta la nostalgia

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A 61 anni Brian Ferry, voce solista dei Roxy Music, si ritiene ancora un "dandy" nel pieno del fulgore. Capelli tinti, lifting facciale, gessato di classe, scarpe alla Duilio, sembra aver fermato il tempo a quegli anni '70 e '80 in cui il gruppo da lui fondato con il tastierista Brian Eno raggiunge il massimo della celebrità. L'operazione nostalgia lanciata dallo snob Brian ha trovato la sua piena realizzazione con il tour mondiale che l'altra sera ha portato i Roxy all'Auditorium romano. In cantiere anche un nuovo disco al quale collaborerà anche l'"alchimista" Eno che si è ben guardato dal seguire i vecchi amici nella lunga tournèe. Speriamo che il suo estro consenta ai Roxy di sfornare un prodotto al pari con i tempi. Al fianco di Ferry, l'altra sera, due dei membri originari, il chitarrista Phil Manzanera e il sassofonista Andy Mackay, un batterista, Andy Newmark, che aveva suonato con gruppo dopo la dipartita di Paul Thompson, due giovani e baldi chitarristi, due coriste nere tipo Pink Floyd, due tastieristi (una anche lei di colore). L'inizio del concerto (via con puntualità all'inglese) è un ritorno al passato degno di Spielberg. A raffica i nostri sparano «Re-make / Re-model», «Pyjamarama» e «Ladytron». Il primo e il terzo brano sono due capisaldi del primo disco dei Roxy, datato 1972. Solo che a quei tempi il sestetto si presentava con trucco e acconciature degni del miglior David Bowie, l'androgino per eccellenza. Erano i tempi del trionfo del glamour-rock e l'album eponimo di Ferry e compagni arrivò come una bomba a coniugare appunto Bowie e la sperimentazione di gruppi come i King Crimson. E allora, al di là della innegabile bravura tecnica di vecchi e nuovi sul palco, l'operazione-nostalgia per un complesso così legato anche al suo modo di "apparire" sul palco lascia un po' l'amaro in bocca. Come lo ha lasciato (dopo alti e bassi nel concerto con una bella versione floydiana di «A Song For Eurpe» e l'emozione per l'omaggio a Lennon con «Jealous Guy» e qualche esecuzione tirata via come «Avalon» e «More Than This») la "fuga" del gruppo dopo l'unico bis concesso. La prossima volta, signor Ferry, il pugno sul naso glielo diamo noi. Cla. Mon.

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