La soubrette contro lo strapotere del reality show
Il film è diretto dalla regista esordiente Francesca Elia ed è prodotto da Mauro Colombo, un chirurgo che, alcuni anni fa, ha abbandonato le sale operatorie per il cinema. Interprete maschile Davide Gemmani. La Casalegno, oltre a svelare le emozioni procuratele dalla interpretazione di una vicenda malinconica, ma a lieto fine, che passa attraverso un percorso di grandi sofferenze, si sofferma sui suoi impegni professionali, riflette sulla tv di oggi e non si sottrae a domande sul proprio privato. Qual è la molla che l'ha spinta ad interpretare un film per ragazzi? «Mi ha voluta la regista che è riuscita a capire la mia personalità ad di là dell'immagine pubblica. Sono stata particolarmente affascinata dalla storia che racconta di un bambino disperato perchè i genitori stanno per dividersi in prossimità del Natale. Ad un certo punto gli appare l'arcangelo Gabriele sotto le sembianze di un super eroe che riuscirà ad imprimere alla vicenda un happy end finale. Io sono una madre, mia figlia Swami ha sette anni è serena anche se figlia di genitori separati, ed io mi sono immedesimata nel ruolo perché ho capito che bisogna sempre ascoltare i bambini, la loro saggezza così immediata e priva di diaframmi è sconosciuta al mondo dei grandi». Quali sono i suoi prossimi impegni in tv? «Il 4 agosto sarò la padrona di casa di una serata su Raidue in onda dalla Certosa di Padula, dedicata alla musica ed al cabaret. Ho da poco concluso di condurre la trasmissione "Robin Hood", sempre sulla seconda rete che, dedicata ai consumatori ed ai cittadini bisognosi di consigli, ha ottenuto un largo consenso di pubblico. Mi auguro di poter ripetere l'esperienza nella prossima stagione, magari sperando in un investimento maggiore, visto che il programma ha avuto dei costi bassissimi». Continuerà a dividersi tra la recitazione e la conduzione? «Per adesso va bene così. Amo selezionare le proposte che mi arrivano in base alle emozioni che riescono a suscitare in me. Altrimenti le rifiuto. Nella fiction e nel cinema preferisco calarmi in personaggi femminili di intensità e spessore. Ho provato anche con il teatro, ma non mi consente di conciliare vita privata e professionale, vagando da una parte all'altra dell'Italia. Io punto alla stabilità della famiglia, nel cui valore fermamente credo. Desidero essere vicina a mia figlia che si avvia ad un'età difficile, ed al mio compagno Omar Pedrini al quale mi lega un sentimento di grande intensità affettiva». In che modo vive il suo ruolo di madre? «Confesso di essere apprensiva, ma cerco di non dimostrarlo. Viviamo in una società di pericoli ed io mi sforzo di coniugare la severità e la fermezza del genitore, con la comprensione e la disponibilità, cercando di far sempre parlare mia figlia, anche di argomenti difficili. Essendo Swami figlia di genitori separati, qualcuno deve pure dettar legge. E questo compito è ovviamente il mio». Le è mai stato chiesto di partecipare ad un reality show? «Mi sono arrivati innumerevoli inviti. Ma piuttosto che accettare me ne andrei a fare la donna delle pulizie. I motivi del mio diniego sono due: innanzitutto ho una mia personale dignità alla quale mai abdicherei in nome di una maggiore presenza in video, anche se sono un personaggio del mondo dello spettacolo. E poi non accetterei mai di stare lontana da casa per due mesi e più, vivendo in condizioni di grande disagio fisico e morale. La nostra esistenza quotidiana è già talmente difficile che non mi sognerei mai di complicarla ulteriormente». Si capisce dunque che lei non ama i reality show. «Non sono invece contraria al genere, basta che sia realizzato con intelligenza e dignità. Credo che il piccolo schermo generalista debba contenere tutti i generi in maniera eguale, dal varietà all'intrattenimento compreso il cabaret, dall'informazione alla ficti