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Tre città mobilitate per rendere omaggio al genio di Mantegna

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E le celebrazioni, coordinate dal comitato nazionale, approdano in Europa con il vicepremier e ministro dei Beni Culturali Rutelli che oggi sarà a Berlino per promuovere l'intera iniziativa e spingere innanzitutto i tedeschi, viaggiatori rinomati, a scegliere in Italia anche itinerari alternativi alle grandi e più note città d'arte. Le tre esposizioni saranno incentrate ciascuna intorno alle opere più rappresentative delle città. A Padova, il punto di partenza sarà proprio la formazione del pittore nella bottega di Francesco Squarcione e la ricostruzione (quasi miracolosa e perseguita per 60 anni) degli affreschi della cappella Ovetari, in gran parte distrutti in un bombardamento del 1944. Mantova, invece, darà conto di quasi cinquant'anni di lavoro di Mantegna alla corte dei Gonzaga, culminati con il capolavoro della «Camera degli sposi». Infine, il nucleo centrale della mostra veronese sarà rappresentato da due opere: la «Pala di San Zeno» del 1456-59 e la «Madonna in gloria tra i Santi Giovanni Battista, Gregorio Magno, Benedetto e Gerolamo» nota come «Pala Trivulzio», eseguita per la chiesa di Santa Maria in Organo del 1497 (e ora al Castello Sforzesco di Milano). Tornando al capitolo patavino, nella sede espositiva dei Musei Civici agli Eremitiani, la mostra «Mantegna e Padova 1445-1460», con l'allestimento dell'architetto ticinese Mario Botta, riproporrà gli anni fondamentali della formazione di Mantegna, che, giunto giovanissimo da un piccolo paese di campagna (era nato a Isola di Carturo nel 1431), si ritrovò nel fermento artistico e culturale fiorito intorno alla presenza di Donatello, documentato in città dal 1444. La mostra, curata da Davide Banzato, Alberta De Nicolò Salmazo e Anna Maria Spiazzi, riunirà le più importanti testimonianze artistiche di quegli anni: dipinti, sculture in pietra, terracotta e bronzo, manoscritti, disegni, provenienti dai maggiori musei del mondo. Inoltre, torneranno a splendere gli affreschi della Cappella Ovetari, almeno quelli della parete Sud, grazie alla ricollocazione dei frammenti individuati tra gli 80 mila raccolti all'indomani del bombardamento dall'intera popolazione. A Palazzo Te, «Andrea Mantegna a Mantova 1460-1506» illustrerà come l'artista abbia lasciato una traccia fondamentale nella città dei Gonzaga e si indagheranno i rapporti con la tradizione classica nell'ambiziosa ricerca della rinascita dell'antico.

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