Addio Syd, «diamante pazzo» dei Pink Floyd
Chitarrista e voce dei Pink Floyd, leader della band dal 1965 al 1968, ha incarnato l'anima fragile e geniale della storica band, insofferente al business discografico, assoluto genio visionario e allucinato. Roger nacque a Cambridge il 6 gennaio 1946 e iniziò nel modo più semplice, a soli 14 anni quando la madre esaudì un suo dediderio e gli donò una chitarra. Fu ribattezzato Syd perchè era solito recarsi in un locale chiamato «Riverside» in cui suonava un certo Sid Barrett. Così, per distinguerlo dal suo omonimo, gli amici e coloro che abitualmente frequentavano il locale presero a chiamarlo Syd, con la y. Nel 1962 entrò a far parte dei Geoff Mutt And The Mottoes e subito dopo conobbe David Gilmour con cui fece parte dei Those Without, quindi entrò in contatto anche con Roger Waters. Nacquero così i Pink Floyd Sound, il gruppo destinato a perdere ben presto il Sound ma a diventare il punto di riferimento dell'underground londinese, solo un preludio al successo mondiale che sarebbe arrivato. Nel 1967 uscì il primo album, «The Piper at The Gates of Dawn» che portò la band al vertice della psichedelia non avendo pari nel genere. «Syd Barrett - disse di lui Pete Brown - faceva un incredibile lavoro sul palco. Era estremamente poetico, e potevi quasi dire che prendeva vita in quegli spettacoli di luce, i famosi light shows del gruppo. Era una vera e propria creatura dell'immaginazione. I suoi movimenti parevano orchestrati per armonizzarsi con le luci, e sembrava un'estensione naturale, l'elemento umano, di quelle immagini liquide». Il successo tuttavia, viene ricordato in tutte le sue biografie, non fece bene a Barrett, il quale iniziò ad assumere massicciamente Lsd, che gli rese sempre più problematico suonare nei concerti. E fu proprio per questo che gli altri membri dei Pink Floyd chiamarono a supporto il chitarrista David Gilmour, pronto a subentrare quando Syd non fu più in grado di suonare. Successivamente fu pubblicato un singolo con un altro brano di Barrett, «Apples and Oranges», che non compariva in «Piper». Nel successivo «A Saucerful Of Secrets» (1968), Barrett era ormai diventato l'ombra di se stesso e di lì a poco avrebbe lasciato i suoi compagni definitivamente. Ad alimentare il mito ha contribuito sicuramente un episodio accaduto durante le registrazioni per «Wish you were here», il disco dedicato proprio a lui registrato negli studi storici di Abbey Road. Un giorno comparve uno strano personaggio, completamente calvo, grasso, e con le sopracciglia rasate, con in mano una busta della spesa, che si aggirava tra i presenti completamente allibiti. Il primo a riconoscere Syd Barrett in quella figura ormai deturpata dagli abusi della gioventù fu, per ironia della sorte, proprio il suo più caro amico tra i componenti dei Floyd, nonch? l'elemento che di Barrett aveva preso il posto, ossia Dave Gilmour, il quale lo invitò in regia ad ascoltare il prodotto della sua assenza. Dopo aver ascoltato i brani, Barrett disse sorridente: «Mi sembra un pò datato, che ne dite?», e uscì così come era arrivato, lasciando Gilmour e compagni inebetiti e con le lacrime agli occhi.