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di TIMISOARA PINTO SVEGLIARSI la mattina con un poster del re dei rapper, Tupac Shakur, ...

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Sono gli idoli di Matteo Maffucci e di Thomas De Gasperi, due ex compagni di banco dai cognomi altisonanti, oggi noti come Zero Assoluto grazie al successo e alla tenuta in classifica del brano presentato all'ultima edizione di Sanremo. Roba da anni '60, quando la logica del Festival imponeva canzoni in grado di tener testa ai tormentoni dell'estate. Se un Villa indolente intonava "Buongiorno tristezza", la loro "Svegliarsi la mattina" sprizza vitalità e non demorde: disco di platino con 40.000 copie vendute del cd singolo e 50.000 download, nella top ten di vendita per 20 settimane e ancora al numero uno della classifica dei singoli del mercato delle etichette indipendenti. Tra una tappa e l'altra del Festivalbar dove presenteranno il nuovo brano, "Sei parte di me", il tour del duo romano debutta il 13 luglio a Ponsacco, in provincia di Pisa per proseguire con un calendario fittissimo di concerti concentrati soprattutto al Sud. Dai banchi di scuola al Teatro Ariston, dal Giulio Cesare di Roma alla tribuna giallorossa, dalle rime contro i prof al rap per Totti: sembra il solito déjà-vu. Compresa la bocciatura al Festival del 2005 di "Semplicemente", un brano destinato a cambiare le sorti del duo, vero exploit della scorsa estate, ennesima prova di miopia da parte di un'"istituzione" canora spesso incapace di intuire le tendenze emergenti. Poi, l'anno dopo, la rivincita e l'invito in gara tra i Big della canzone. Matteo è il figlio di Mario Maffucci, per molti anni l'uomo Rai responsabile della kermesse. L'amicizia e il sodalizio artistico hanno spinto Thomas e Matteo - che fanno coppia anche dietro i microfoni di Rtl con "Suite 102.5" - a fondare una casa di produzione di format tv. Matteo, cosa rappresenta Sanremo per chi fin da piccolo ha vissuto il Festival da dietro le quinte? «Sanremo era papà che partiva. Essere invitati della stessa organizzazione che l'anno prima ci aveva ignorato è una bella conquista». Nel frattempo ha coltivato altre sue passioni, tra calcio e letteratura. «Sto per pubblicare il terzo libro, "Spielberg, ti odio", un romanzo. Nell'anno dello scudetto della Roma era uscito "Diario di due malati di calcio". Il primo, "Ore a caso", l'ho scritto a 17 anni». Anche un vostro videoclip era ispirato alla Roma. «Nel 1999, per il nostro primo singolo, "Ultimo Capodanno", convincemmo Totti, Cafù, Delvecchio e Tommasi ad apparire nel nostro video. Che strano: da allora Ilary l'abbiamo incrociata tantissime ma Totti non l'abbiamo più incontrato». Roma è terreno fertile per la musica. «Il suono di Roma è fatto di acusticità elettronica, con una malinconia di fondo e un modo di cantare mai urlato». Che ne pensate dei fenomeni rap Fabri Fibra e Mondo Marcio? «Se un ragazzo come Mondo Marcio da un giorno all'altro finisce su tutte le copertine, vuol dire che chi ha investito brutalmente su di lui, ha deciso di creare un piccolo fenomeno. Fabri Fibra, che nell'underground è una celebrità da anni, non è un fenomeno, è uno che emerge perché intorno gli altri non vendono. Il rap è il linguaggio musicale più istintivo con cui si può giocare e lui, a prescindere da un po' di volgarità, è simpatico e ci sa fare».

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